I
sogni ci sorprendono ogni volta, lasciano qualcosa dentro noi, che sia
sorpresa, gioia o paura. Alle prime luci
dell’alba il sogno scivola via ma lascia sempre un velo d’illusione posato
davanti ai nostri occhi.
La
poesia con cui Tommaso Mondelli sceglie di aprire la sua raccolta ‘Poesie
Scelte’ è un insieme di sogni, realtà, risveglio e tepore nel ricordare che
all’alba si lascia un mondo per bussare alla porta di un altro.
E
questo mondo è quello delle piccole cose, proprio quelle che dovrebbero avere
più importanza nella nostra mente e incorniciate con raggi di sole.
Rimanere
rinchiusi in una cantina, come Mondelli sconsiglia in ‘La campagna’, non è da
vedere come un restare dentro quattro mura domestiche, ma a mio avviso è il non
dare spazio a ciò che è piccolo ma onnipresente.
C’è
sempre quel qualcosa che si dà per scontato, come il sole, l’aria, l’acqua, e
non si vede come essenziale perché si spoglia da quelle caratteristiche che lo
rendono unico al mondo.
Se
si dà per scontato il tutto, poi quel che resta è solo un pianto:
‘…
Se non torni a vedere le stelle
pur
nella tenue luce che danno
nella
speranza sia salva la pelle
nel
buio certo, questo malanno...’
(cit. ‘Il pianto’)
Ciò che accomuna le varie poesie di
questo grande poeta è la musicalità che grazie ai versi e alle rime scelte si
diffonde nell’aria alla loro lettura.
L’armonia che contengono deriva anche
dai temi trattati che non sono lontani da noi, ma ci toccano da vicino e nel
profondo.
L’ispirazione di Mondelli dà luce a
strofe affascinanti partendo da elementi come il tempo, una zanzara, un viaggio,
il perdono che non è quasi mai semplice da creare e ottenere.
Osservare il nuovo giorno dopo un rosso
tramonto non è cosa da poco, a un attento osservatore farà venire in mente
poesie e dolci verità.
Il sole che rinasce è simbolo di
ottimismo, di un ciclo che si ripete ogni mattina e fa nascere il sorriso:
‘…
Se risorge il dì dopo ‘l tramonto
si
risorge ancor dopo una caduta …’
(cit. ‘La caduta’)
Non si deve mai abbandonare la speranza,
se la si lascia sfiorire e la si guarda perdere petalo dopo petalo come un
fiore in inverno, senza curarla, cambiarle la terra o darle dolce acqua, non è
colpa sua se diventa morente.
In realtà per fiorire ancora, la
speranza non necessita di molto, di un sorriso sì e anche di essere lasciata
inseguire il sole, un po’ come un girasole:
‘…
Mostra faccia a sole che vuole
tutto
il giorno come d’incanto
da
mattino a tramonto di sedei
il
gira il collo senza tormento …’
(cit. ‘Il girasole’)
‘… Gira il collo senza tormento…’
perché quel che poi si ottiene nel guardare le cose con fiducia e con gli occhi
di un bambino, a volte anche ingenui ma sempre cristallini, è il vedere tutto
come nuovo e diverso anche se si parla di cose concrete.
Solo così però si riesce a far poesia,
ma non una qualsiasi, quella che ti scalda il cuore e ti fa compagnia.
Questo, Tommaso Mondelli è riuscito a
compiere nelle sue poesie, e dopo la lettura ci si rende conto che non è tempo
perso ma solo guadagnato.
Giulia Stefanini
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