venerdì 29 settembre 2017

I RACCONTI DI VENERdì - Elisabetta Mattioli



Il molo

Lara era seduta su quella panchina, aveva lo sguardo fisso nel vuoto (o meglio, puntava l’orizzonte), teneva il braccio sinistro accostato al corpo, mentre la mano destra era appoggiata sul grembo. Era iniziato l’anno nuovo, ma rispetto agli altri aveva poche aspettative. Si sentiva sola e disperata dal momento in cui il suo immenso amore era sparito improvvisamente, inghiottito da un’onda anomala, un mese prima del matrimonio.
Lui apprezzava la barca a vela, aveva rinunciato alle gare per amore della compagna, ma di tanto in tanto “inforcava” l’adorato mezzo marittimo e solcava il mare. Amava il famoso “Dio Poseidone”, pur temendolo, in fondo, poiché sapeva che sarebbe stato capace di tradirlo.
Purtroppo, in una terribile giornata d’inizio primavera, fu ingannato dall’acqua e l’onda anomala l’investì, assieme a “Marmaid” (la sua stessa barca), uccidendolo all’istante. Il corpo venne trovato sulla riva nove giorni dopo.
Lara organizzò la cerimonia funebre nei minimi dettagli, senza tralasciare alcun particolare, e in quel terribile giorno mantenne un comportamento ineccepibile, sembrava perfino innaturale. Il “modus operandi” della donna suscitò le battute velenose  del “parterre” femminile, che non fu per niente gentile con lei. In breve tempo le “amorevoli” amiche sparirono dalla circolazione e i messaggi su whatsapp diventarono nebbia, alla fine lei si ritrovò sola come un cane e immersa nell’agghiacciante dolore. Soffriva tremendamente, si sentiva abbandonata ma avrebbe preferito morire, piuttosto che ammettere la sua debolezza.
Quando incrociava lo sguardo delle fantomatiche “amiche” sorrideva per poi procedere lungo la strada. Viveva semplicemente: si svegliava al mattino presto, andava in ufficio, lavorava ai vari progetti di architettura e per almeno tre o quattro giorni alla settimana andava al cimitero a salutare l’amore della sua vita.
Nei fine settimana si recava sul molo, sedeva sulla panchina sulla quale aveva scambiato l’ultimo bacio con Marco e viaggiava con la mente, verso i momenti felici, trascorsi assieme a lui.
Dalla tragica morte erano trascorsi tre anni e mezzo ma non si era ripresa, non l’aveva dimenticato e nemmeno era riuscita ad andare “oltre”.
Lara aveva delle passioni, quando era molto giovane aveva frequentato un corso teatrale, si era anche esibita assieme ai compagni, riscuotendo successo. Ad un certo punto, però, aveva appeso il “copione al chiodo” perché una vocina interiore le “aveva ordinato” di smettere. All’epoca non ebbe rimpianti, fu felice della scelta che aveva fatto, l’amore per Marco le “riempiva” ogni giornata. Perfino lui tentò in ogni maniera possibile di convincerla a desistere dal proposito, ma le sue parole precipitarono nel vuoto e lei lasciò la compagnia teatrale. Si dedicò al lavoro e ovviamente al compagno.
Ogni volta che sedeva su quella panchina ripensava alle notti d’amore trascorse con l’uomo. Durante l’ultimo incontro provò una strana sensazione, infatti la mattina dell’incidente supplicò Marco di restarsene a casa e rinunciare alla giornata in mare.
Come suo solito, lui fece orecchie da mercante, le diede un bacio sulle labbra e corse verso il porto. I fatti dimostrarono alla giovane donna che il presentimento era corretto. Anche per tale motivo, non era ancora riuscita a perdonarsi.
Da tre anni e mezzo torturava il cervello con un numero imprecisato di “se” e “ma”, ma era impossibile venirne a capo. In realtà si sentiva terribilmente in colpa poiché aveva fallito, essendole mancata l’energia per fermarlo. Ormai andava avanti per inerzia, attendeva con pazienza l’ora fatidica e la sua stessa morte, per potersi congiungere all’amato.
I suoi genitori avevano perso la vita in un incidente stradale e lei era stata cresciuta dalla nonna paterna. Quando l’anziana donna era deceduta, aveva cambiato città, abbandonando la Capitale in favore della bella (e piccola) Ancona. Dopo solo tre mesi aveva conosciuto l’affascinante e indomito Marco, si erano frequentati per poco tempo e fidanzati quasi subito, suscitando l’invidia del “gentil sesso” marchigiano. Molte ragazze avevano provato a conquistarlo, ma il ritroso velista le aveva rifiutate tutte.
Invece la “straniera romana” (come veniva chiamata), era riuscita a conquistarlo con un singolo sguardo, si erano messe in testa che, se lui aveva perso la vita, era successo perché lei gli aveva portato sfortuna, però nessuna pretendente aveva avuto il “fegato” di dirglielo in faccia.
Lara era stanca e disperata, poiché percepiva l’essenza stessa della solitudine. Una mattina apparentemente come le altre si sedette al solito posto, fissò il mare e le sembrò diverso, possedeva un blu intenso, le rammentò il colore degli occhi, appartenenti a Marco. L’attimo dopo udì la voce del compagno. Lei si alzò in piedi, senza voltarsi indietro, fece pochi passi e si gettò tra i flutti.
Lara sparì nel nulla, ma il loro amore vivrà per sempre nel Mar Adriatico e oltre…


Struggente e intenso, il nuovo racconto di Elisabetta Mattioli, che ci parla di una solitudine che non riesce ad uscire dal cerchio “perfetto” di un amore che la Vita ha bruscamente interrotto.
Frase dopo frase, dettaglio dopo dettaglio, il lettore può immergersi in una storia che vista “dall’esterno” ha poco da raccontare, a parte il dramma della morte per incidente, e invece ha tantissimo da narrarci scrutando il cuore e la mente della protagonista.
Elisabetta Mattioli ci guida con tatto e sensibilità, ponendo l’accento su particolari illuminanti: dalla panchina alle onde del mare, dall’opprimente rimorso alla stanchezza, il racconto conosce un “formidabile sviluppo” grazie ad una scrittura forte, precisa, indiscutibilmente chiara.

Per contattare l’autrice:  elyamatty@gmail.com

Della stessa autrice: Niky e la gatta

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Per le tue poesie c'è Lunedì Poesia


martedì 26 settembre 2017

"Sguardi dal Novecento": nuovi incontri con Nicola Vacca a L'ARGOLIBRO


Al via il Progetto
Sguardi dal Novecento
con Nicola Vacca
a L'ARGOLIBRO, Agropoli, Viale Lazio 16

Le conversazioni di letteratura si terranno nel “Salottino di ARGO

Incontri di ottobre:


VENERDÌ 13 ORE 18
Alda Merini: La poesia nella follia della vita



GIOVEDÌ 26 ORE 18
Ennio Flaiano: Le geniali intuizioni di un irriverente

Contributo per ogni singolo incontro € 5,00
PER INFO E PRENOTAZIONI: 329/2037317 – largolibro@gmail.com (numero chiuso)

Alla base del progetto Sguardi dal Novecento c’è l’idea di recuperare un Novecento letterario di cui si è per diversi motivi persa memoria. Al di là del Novecentismo stereotipato e attraverso venti ritratti di scrittori non più letti o frequentati si percorreranno le tappe fondamentali di un secolo e delle sue trasformazioni.
L’idea è quella di dedicare un ciclo di conversazioni Ogni scrittore sarà approfondito attraverso le sua opera. Si ritiene che sia questo l’unico modo per fornire gli strumenti educativi alla lettura e quindi stimolare attraverso le pagine scritte un interesse per il libro e il suo autore.
La nostra attenzione sarà quindi rivolta a quegli scrittori che oggi sono poco letti e ingiustamente dimenticati ma che senza dubbio con la loro opera rappresentano quel vero Novecento che è destinato a restare nonostante i tentativi di rimozione.
Gli autori di cui ci occuperemo sono inquadrati come degli irregolari, dei battitori liberi che non hanno accettato di scendere a patti e tanto meno di stipulare compromessi con la propria epoca e con la scena culturale che li ha accolti (non di rado male). Ognuno di essi - non si è concesso sconti e scorciatoie e ha proposto l'onestà di una visione, di un sentire la parola, come punto essenziale e non negoziabile della propria presenza.
Alda Merini, Ennio Flaiano, Ignazio Silone, Leonardo Sciascia, Giorgio Bassani, Caro Cassola, Rocco Scotellaro, Mario Tobino, Edgardo Marani, Mario Luzi, Karl Kraus, Fernando Pessoa, Cioran, Wislawa Szymborska, Roland Barthes, Jorge Luis Borges, Nicolas Gomez Davila, Ezra Pound, Ernst Junger, Albert Camus.
                      (Nicola Vacca, ideatore del progetto)



Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle, nel 1963, laureato in giurisprudenza. È  scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste.
Svolge, inoltre, un’intensa attività di operatore culturale, organizzando presentazioni ed eventi legati al mondo della poesia contemporanea.

Ha  pubblicato: Nel bene e nel male (Schena, 1994), Frutto della passione (Manni 2000), La grazia di un pensiero (prefazione di Paolo Ruffilli, Pellicani, 2002), Serena musica segreta (Manni, 2003), Civiltà delle anime (Book editore, 2004), Incursioni nell’apparenza (prefazione di Sergio Zavoli Manni 2006), Ti ho dato tutte le stagioni (prefazione di Antonio Debenedetti, Manni 2007), Frecce e pugnali (prefazione di Giordano Bruno Guerri, Edizioni Il Foglio 2008), Esperienza degli affanni (Edizioni il Foglio 2009), con Carlo Gambescia il pamphlet A destra per caso (Edizioni Il Foglio 2010), Serena felicità nell’istante (prefazione di Paolo Ruffilli, Edizioni Il Foglio 2010),  Almeno un grammo di salvezza (Edizioni Il Foglio, 2011), Mattanza dell’incanto  (prefazione di Gian Ruggero Manzoni, Marco Saya edizioni 2013), Sguardi dal Novecento (Galaad edizioni 2014), Luce nera (Marco Saya edizioni 2015, Premio Camaiore 2016), Vite colme di versi (Galaad edizioni 2016), Commedia Ubriaca (Marco Saya 2017), Lettere a Cioran (Galaad edizioni 2017).
Blog personale: 


Il saggio "Sguardi dal Novecento", Galaad Edizioni,
è disponibile a L'ArgoLibro

L'ARGOLIBRO:
facciamo sempre più largo
ai buoni libri e ai buoni eventi!

Vi aspettiamo ad Agropoli (SA) in Viale Lazio 16
(Zona sud, adiacente Via Salvo D'Acquisto,
nei pressi del Centro per l'Impiego).
Infoline: 3395876415

DOVE SIAMO


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giovedì 21 settembre 2017

A Roccadaspide torna "RitrovArti all'Aspide"!


DOMENICA 24 SETTEMBRE
DALLE ORE 16:00
RitrovArti all’Aspide

Rassegna a cura di:
COMUNE DI ROCCADASPIDE (SA)
L'ARGOLIBRO Editore e Libraio


DALLE ORE 16:00 ALLE ORE 18:00
BARATTO LIBRI GRATUITO
Porta i tuoi libri usati
e barattali gratuitamente
con altri libri!


ORE 18:30
Aula Consiliare del
COMUNE DI ROCCADASPIDE
Presentazione del libro
IN VIAGGIO CON L’OMBRA
di ROBERTO PELLECCHIA
e TINA CERASO
David and Matthaus Editore


Mostra personale dell’Artista
VIRGILIO COLICINO

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sabato 16 settembre 2017

Al "Settembre Culturale" ad Agropoli Carmine Rossi Vairo: le foto

Sabato 9 settembre la Rassegna agropolese del “Settembre Culturale”, giunta alla decima edizione, quest’anno dedicata ai Castelli del Cilento, ha ospitato la raccolta di racconti “Graffiti” di Carmine Rossi Vairo, Palombi Editori.
Un particolare ringraziamento per la riuscitissima serata va alla Dottoressa Elvira Serra, Vice-Sindaco; a Francesco Crispino, Presidente della Commissione Consiliare Cultura, Pubblica istruzione, Beni culturali, ideatore della Rassegna; alla Dottoressa Laura Del Verme, che ha moderato l’incontro; al Professor Germano Bonora; a Milena Esposito; al Dottor Vitaliano Esposito; al Dottor Luigi Crispino; al Professor Michele Scudiero; all’attrice Biancarosa Di Ruocco, che ha letto alcuni brani scelti.
Qui potete leggere la recensione della Professoressa Luciana Capo.
Vi ricordiamo che “Graffiti” e le altre opere di Carmine Rossi Vairo sono disponibili presso la libreria indipendente “L’ARGOLIBRO” ad Agropoli, in Viale Lazio 16 (zona sud, adiacente Via Salvo D’Acquisto, nei pressi del Centro per l’Impiego, infoline 3395876415).

Ecco alcune foto della serata.
























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giovedì 14 settembre 2017

"Graffiti" di Carmine Rossi Vairo: la recensione di Luciana Capo




Ecco la recensione che la Professoressa Luciana Capo ha dedicato alla raccolta di racconti “Graffiti” di Carmine Rossi Vairo, presentata la scorsa settimana presso il Castello medievale di Agropoli, nell'ambito della Rassegna del “Settembre Culturale”.
Vi ricordiamo che i libri di Carmine Rossi Vairo sono sempre in vendita presso la libreria indipendente "L'ARGOLIBRO" ad Agropoli, in Viale Lazio 16 - Zona sud, adiacente Via Salvo D'Acquisto, nei pressi del Centro per l'Impiego. Infoline: 3395876415.
Grazie di cuore alla Professoressa Luciana Capo!

La preziosità dell’opera di Carmine Rossi Vairo, Graffiti, è l’originarietà del linguaggio che si rivela nel fatto di non concludersi in ciò che è detto.
“Dicendo” , il linguaggio dello scrittore, nomina “la taverna che sembra unica , una spiaggia deserta che sembra nera, un mare infinito che sembra azzurro”; egli non applica parole, ma chiama entro la parola e così riduce le distanze, crea intimità, tiene presso di sé le cose e le trattiene nella presenza che serba intatta l’assenza. Ed è la seduzione, col suo destino ineluttabile, che non appartiene mai alla sfera della natura, ma a quella del segno e del rituale.
Lo scrittore definisce il piacere “caldo e rarefatto, impetuoso e sudato, violento, carnale” e su tutto aleggia il potere della vertigine e dell’ebbrezza. Il profumo della pantera non è forse un baratro a cui gli animali si avvicinano per provare l’ebbrezza della vertigine? Sedurre significa render fragili e noi seduciamo con la nostra vulnerabilità, con il vuoto che incombe su di noi. L’effetto prismatico della seduzione consiste nell’esserci / nel non esserci, assicurando una sorta di lampeggiamento intermittente di dispositivo ipnotico che cristallizza l’attenzione e fa scintillare tutti i rapporti.
Come quello con Vivienne, immediato, forse un abbandono passeggero, casuale, pieno di nonsense.
“Se ci penso, Vivienne, mi chiedo se davvero volevi soltanto compiacere l’occasionale compagno di una sera o se non era piuttosto il bisogno di una qualche tenerezza a spingerti tra le braccia del primo conosciuto. Rosa caduca di pianta senza radici, odorosa di vita ma presto destinata a sfiorire, chiunque altro avrebbe goduto senza merito di quel tuo passeggero abbandono. Con la tensione che s’andava spegnendo, ho poi seguito i tuoi gesti tornati sicuri con cui cancellavi le tracce della recente intimità: hai ricomposto l’abito, ridato il verso ai capelli, hai preso la mia mano e mi hai ricondotto tra gli amici. E mentre turbato mi lasciavo guidare in quel nuovo presente, pensavo alla casualità del nostro incontro nonsense, sulla quella terrazza bianca del Selenia, in una notte calda di fine estate”.
E quello fu un gioco, una tensione dei corpi, una ricerca di tenerezza? Forse la volontà di sentirsi immortali, eternamente giovani, senza domani, così il gioco non dovrà mai arrestarsi. Carmine Rossi Vairo da vero gentleman ricorda quella notte al Selenia come una notte che non appartenne a nessuno, solo alla propria anima, alla propria inconsapevolezza, ma così vibrante “di follia e di sano epicureismo” da essere un omaggio ad una vita assoluta, umana e lacerante nei suoi chiaroscuri, devotamente venerata, bagnata dalle acque di Santorini e toccata dal fascino del disordine.
Eppure i protagonisti dei suoi racconti “Galatea”, “Il polpo”, “Il barbone con i pattini lucenti e il suonatore di violino-tromba”, sembrano vivere in un giardino appartato ed accogliente, in cui nemmeno il sole agostano riesce ad essere davvero bruciante.
La grandezza di Carmine Rossi Vairo è nelle sensazioni che suscita, che danno un elegante languore in un realismo immanente, senza alcuna concessione lirica o intimistica. È la vita di un uomo, corpo ed anima, un manifesto di indipendenza, di libertà, libertà anche di perdere la testa, di godere, di soffrire e di invocare, sempre, la passione.
La sua impeccabile narrazione diventa verità di un’esistenza che si rigenera in mirabili passaggi di
viola, rossi, gialli e azzurri, sotto un cielo che non riesce a nascondere il Paradiso.
Forse nascosto in quegli occhi da zingaro del suonatore di violino-tromba che accarezza dolci melodie, colte e demodé, con le sue dita che neanche il freddo riesce a fermare e quella musica penetra nell’anima, colorando di meraviglia tante infanzie come per un’improvvisa creazione ossessivamente cercata nella bellezza dell’istinto.
“Di lui ho sempre ammirato la capacità di far vibrare le corde del suo originale violino nelle gelide mattine di inverno, quando, con la neve in quell’incrocio ventoso la temperatura scende di molti gradi sotto lo zero, ma le sue dita nude che sporgono dai guanti mozzati si muovono veloci con agilità e perizia. La sua musica fa fluttuare in quell’aria frizzante farfalle lucenti davanti ai miei occhi desiderosi di sole”.
L’Autore getta una nuova luce umana, luce purissima sull’incanto di ogni luogo man mano che gli si svela.
Viaggia in una dimensione quasi mitica e si espone a tutte le violente suggestioni storiche e naturalistiche e le tiene insieme in una descrizione che avvince e convince.
Sembra di udire la voce di Parmenide e di vedere la testa di Apollo in questo magnifico Cilento, dove gli uomini sono nient’altro che esperimenti di esistenza e restano schiacciati dall’arte, simbolo di perfezione e di eternità.
Carmine Rossi Vairo viaggia e scopre una bellezza sconosciuta ai sensi eppure familiare all’anima, toccata dagli Dei e dalla purezza della vita e dell’alba.
Professoressa Luciana Capo

Carmine Rossi Vairo, Graffiti, Palombi Editore, 2017, pp. 144

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martedì 12 settembre 2017

Guido Guglielminetti a Cava de' Tirreni!


LUNEDÌ 18 SETTEMBRE ORE 20:00
Libreria/Bistrot
RODAVIVA
Via Montefusco, 1
CAVA DE' TIRRENI (SA)

Presentazione del libro
ESSERE… BASSO
di Guido Guglielminetti
Edizioni L’ARGOLIBRO



Guido Guglielminetti è, da molti anni, uno dei principali collaboratori di Francesco De Gregori, ma il suo nome è legato anche ad altri grandissimi musicisti del panorama italiano (e non solo): Mia Martini, Anna Oxa, Adriano Pappalardo, Lucio Dalla, Ivano Fossati, Umberto Tozzi, Lucio Battisti, Patrick Samson, Loredana Bertè…
e tanti altri ancora.
In questo volume raccoglie – con leggerezza, grande bravura di scrittore e un tocco di ironia – ricordi, aneddoti, riflessioni, facendoci
avvicinare ad un “mondo” che di solito conosciamo
solo nell’ “ufficialità” dei riflettori.


L'ARGOLIBRO:
facciamo sempre più largo ai buoni libri!

venerdì 8 settembre 2017

Ottantaquattresima uscita, sette anni compiuti!





(cliccate sulle immagini per ingrandirle)

Vuoi offrire tantissima visibilità alle tue opere?
 e partecipa al Segnalibro, condividi la TUA arte!

I nostri concorsi on line e cartacei ti aspettano, clicca sui nomi:



In questo numero trovate:

- le poesie di Ernestina Carrato e Diego Valeri;
- il racconto di Elisabetta Mattioli;
- gli articoli di Ivana Leone e Anna Giordano;
- spazi dedicati alle pubblicazioni de L’ArgoLibro «In bilico sul mondo» di Vincenzo Rocciolo, «Mennonia» di Nello Amato, «Sermento» di Sandra Ludovici;
- recensioni dedicate alle pubblicazioni «L’isola di Ortigia» di Elisabetta Mattioli e «Ora che è tempo di sosta» di Angela Ambrosini;
- news sugli eventi di settembre che si terranno presso la Libreria L’ArgoLibro (spazio web dedicato www.largolibro.blogspot.it), in altri luoghi di Agropoli, a Giungano (SA), a Roccadaspide (SA);
- informazioni per aderire ai concorsi aperti a coloro che vogliono essere pubblicati sul Segnalibro (clicca qui);
 …e ancora curiosità, news, aforismi…