Autore: Davide
Benincasa
Titolo: Intrecci di Rime
Editore: Gli Occhi di Argo
Anno di pubblicazione: 2011
Titolo: Intrecci di Rime
Editore: Gli Occhi di Argo
Anno di pubblicazione: 2011
Numero
pagine: 32
Copertina:
cartoncino rigido e colorato, con alette
Formato:
12x21
Disegno in
copertina: Angela Buccino
Codice ISBN
978-88-97421-03-0
Prezzo di
copertina euro 7,50
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: gliocchidiargo@gmail.com
e.mail autore: benincasa@inwind.it
Si fa strada
con passione e competenza, la poesia di Davide Benincasa. È l’abilità di chi,
seppur ancora molto giovane, possiede in sé la capacità di “contare”, come
precisa Jean Cocteau nella massima che apre la prefazione di Milena Esposito.
La rottura
totale con la metrica, storicamente inevitabile, è stata fonte di sorprendenti,
nuovi ed efficaci percorsi, ma anche di un avvicinamento alla prosa troppo
pronunciato, in troppi casi. Perché se distinzione sostanziale c’è, tra prosa e
poesia, non riguarda solo l’andare accapo, a nostro parere. C’è altro. Il senso
del ritmo, innanzitutto, quel “contare” che ha una ragion d’essere ben precisa.
Davide
Benincasa sa tutto questo; in “Intrecci di Rime”, la sua prima pubblicazione
monografica, che inaugura anche la collana “I Pavoni delle Cherubine”, riversa
la sua sapienza artistica e la porge con un chiaro “intento metrico” (chiaro al
punto che anch’esso trova spazio nelle pagine della pubblicazione, gli è
infatti dedicata una pagina specifica) che non può che far piacere a chi è
consapevole della necessità della distinzione. È un invito,
questo, anche per chi attraversa e interpreta la poesia contemporanea solo alla
luce riduttiva del significato; anche il significante, il come lo
si dice, ha pari dignità e importanza.
I versi di
questo giovane autore si distinguono per la loro ricercatezza efficace,
studiata, attenta a richiamare un’antica immagine o a delineare percorsi
immateriali ma non per questo meno concreti, tangibili. Possiamo “toccare” le quattro
stagioni, grazie a Davide Benincasa. E un sussurro, e un’offesa, e tanto altro
ancora. A quanta esistenza sa aprirci, un poeta! La sua è forse la voce più
autorevole – perché la più efficace – a ricordarci che riempirsi di
superficialità è limitante, solo apparentemente arricchente.
C’è tutto un
mondo da scoprire, tra queste pagine, costruito sull’inderogabile necessità di
comprendere, per l’artista. Siamo invitati ad approdare, serenamente, nella
“misura”, nella capacità di parlare efficacemente senza gridare, nella poesia.
Francesco
Sicilia
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