Stati confusionali
Stati confusionali,
delicati ed occasionali,
c’attanagliano inaspettati
mentre si lambisce
l’apice di un pianeta
con un balzo viscerale.
Con la punta del naso,
curiosamente alzata,
possiamo afferrare
il candore del cosmo
celato nell’essenziale.
Un momento incantato,
ed i baratri tutt’intorno
s’annegano negl’oceani
della loro miseria.
Le palpebre intimorite
faticano a dischiudersi,
nella speranza di fissare
nel buio della carne
quella luce fatale.
Ma la spinta s’esaurisce,
com’è maledettamente
giusto che deve andare,
un gravare solito
verso un suolo mortale.
E, mentre non si pensa
al rovinare nel vuoto,
non ci resta che tentare
l’inconscio assaporare
di quell’attimo sognato,
forse, e in eterno anelato.
Stati confusionali,
delicati ed occasionali,
c’attanagliano inaspettati
mentre si lambisce
l’apice di un pianeta
con un balzo viscerale.
Con la punta del naso,
curiosamente alzata,
possiamo afferrare
il candore del cosmo
celato nell’essenziale.
Un momento incantato,
ed i baratri tutt’intorno
s’annegano negl’oceani
della loro miseria.
Le palpebre intimorite
faticano a dischiudersi,
nella speranza di fissare
nel buio della carne
quella luce fatale.
Ma la spinta s’esaurisce,
com’è maledettamente
giusto che deve andare,
un gravare solito
verso un suolo mortale.
E, mentre non si pensa
al rovinare nel vuoto,
non ci resta che tentare
l’inconscio assaporare
di quell’attimo sognato,
forse, e in eterno anelato.
Victor De Paoli
Per contattare l’autore: vdepaoli@libero.it
Gli “stati confusionali” così ben descritti,
richiamati (non è forse soprattutto un richiamare, la poesia?) da Victor De Paoli, sono quelli che
disperdono le energie quotidiane di noi tutti, in un’apoteosi di superficialità
alimentata innanzitutto dalla troppa fretta.
I baratri, il buio, il vuoto, sono le immagini
evidenziate dal poeta per richiamare il cammino “inconsapevolmente rovinoso”
della società contemporanea. In tal contesto il pessimismo non può non farsi
avanti; però – grazie all’arte – c’è altro, c’è molto altro.
Victor De Paoli ci parla anche di sogno, di inconscio costruttivo, di incanto primordiale più forte
dell’incanto superficiale. Così, tra le righe di questo splendido canto
dolente, il lettore può ritrovare – se lo desidera – una chiave di salvezza
concreta, chiara eppure ai più nascosta.
Forse un giorno l’umanità tributerà i giusti onori
agli artisti, figure indispensabili – a differenza di tante altre
irrimediabilmente passeggere – per il più prezioso degli acquisti: quello della
consapevolezza.
L'unica cosa bella è la foto!!Non sò come la si possa votare :(
RispondiEliminaLa foto è indubbiamente bella , ma la poesia non è brutta,anzi Non del tutto comprensibile ,ma appunto rispondente al titolo Stati confusionali. La trovo invece veramente lirica .
EliminaSo si scrive senza accento
Maria de Gennaro
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
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