Autrice: Laura Vargiu
Titolo: Il cane Comunista e altri racconti
Editore: Gli Occhi di Argo
Anno di pubblicazione: 2012
Numero pagine: 106
Copertina: a colori cartoncino rigido brossurato
Formato: 14,5x21
Codice ISBN 978-88-97421-23-8
Prezzo di copertina euro 12,00
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: gliocchidiargo@gmail.com
Per contattare l'autrice: laura-vargiu@libero.it
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Laura
Vargiu, classe 1976, alla sua prima opera, è autrice molto giovane ma dalla
bravura sicuramente già indiscutibile. Questa raccolta, che racchiude nove
racconti e si apre con quello che dà il titolo alla pubblicazione (gli altri sono
«Un soldato ritorna», «Don T.», «Nemici e fratelli», «La cernitrice», «La
venditrice ambulante», «La firma», «L’ultima corsa» e «Quando si smette di
sognare»), apre il lettore ad una scrittura solida, particolarmente efficace
perché l’autrice sa come “disporre le parole” al meglio per descrivere un mondo
che appartiene solo al passato, ma solo apparentemente.
Passato e presente invece si incontrano, si intrecciano fin quasi a fondersi, nella storia di “gente comune” che attraversa fatiche durissime, negli scenari di una terra, come la descrive la stessa Vargiu, «ferita e depredata nelle sue profondità ma ancora prodiga di doni».
Passato e presente invece si incontrano, si intrecciano fin quasi a fondersi, nella storia di “gente comune” che attraversa fatiche durissime, negli scenari di una terra, come la descrive la stessa Vargiu, «ferita e depredata nelle sue profondità ma ancora prodiga di doni».
Non c’è
spazio per l’inutile commiserazione, né per la voglia di descrivere improbabili
“eroi del quotidiano”. C’è spazio, invece, per un’attenzione particolare, fatta
di rimandi e di vivido presente, così come di particolari che illuminano l’insieme,
“scovati” dalla scrittura. È davvero magistrale, in questo senso, la bravura di
chi scrive.
«E intanto, nel digradare lento
della memoria verso la costa, è già scivolata via gran parte di questi luoghi
che amo, con i loro boschi di querce, gli arbusti di cisto che serbano i loro
fiori candidi nel sogno della primavera prossima, il rosso ancora acerbo del
corbezzolo, gli ulivi e le distese dei vigneti che si preparano alla raccolta
come ogni anno. L’orizzonte è ormai mare e laggiù, oltre il ponte che ci si
appresta ad attraversare, aspetta quieta la fine del viaggio. Il sole, squarcio
di fuoco nel cielo rossastro, lambisce l’acqua
lievemente increspata.» (da: «L’ultima
corsa»)
Così come
è magistrale la bravura nel saper descrivere con dolcezza malinconica ma senza
scadere in sentimentalismi, tutt’altro.
Così il
soffio della vita, grazie alla buona letteratura, solleva la polvere da storie
sepolte nell’inconscio e le fa nuovamente risplendere, con tutto il loro carico
di forza e dolore. Grazie alla buona
letteratura, il passato ritorna per essere monito e insegnamento, e proprio per
questo prezioso quanto lo è il presente.
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