“ IL
CAMPO DELLE TRE
FAVE “ DI MARIA
PARAGGIO
ad Agropoli nel “SETTEMBRE
CULTURALE”
E’ lì , nel cosidetto” Campo delle tre fave”, perché in
questo numero venivano distribuite giornalmente
ai soldati, assieme ad un pezzo di pane,
a volte ammuffito e mezzolitro d’acqua infetta per bere e per scopi igienici,
che questo racconto evidenzia il valore delle doti di sopravvivenza umana non a
causa di supporti materiali , ma di quei valori che accomunano gli uomini nella
sventura e che separati dal contesto usuale, dove la vita è organizzata e
scorre nei binari della quotidianità, prevalgono le doti del cuore, nel
groviglio di una vicenda dove quei valori sono calpestati, resi materia bruta
per gli scopi del potere regolato e gestito da interessi sovranazionali.
La guerra, la famigerata contrapposizione di uomo contro
uomo, popolo contro popolo, nazione contro nazione, giustificata dall’amor di
patria, invenzione del potere per cui gli uomini debbano versare il sangue, dove i crimini vengono
innalzati a gesti di eroismo, dove il delitto, i maltrattamenti diventano la
regola.
E dove gli assassini
ricevono encomi e medaglie al valore, dove chi uccide meglio viene premiato, mentre
nella vita normale queste persone vengono incarcerate perchè ci sono delle
Leggi che lo vietano.
La legge è unica e deve essere valida per qualsiasi uomo
sulla faccia della terra e i diritti umani devono essere rispettati e
consentire a tutti lo stesso grado di emancipazione.
Il potere crea confini per cui si debba versare il sangue
per difenderli, ogni nazione ha la sua
bandiera di cui essere orgogliosi e da difendere perché rappresenta la Nazione, la totalità dei suoi abitanti che parlano la stessa lingua che hanno le
stesse radici culturali,le stesse leggi, un organismo sociale e culturale nel
quale riconoscersi.
Penso che sia arrivato il momento di sovvertire i falsi modelli culturali su cui si basa l’evoluzione dell’uomo in seno
alla società e nel contesto più allargato dell’intero mondo.
L’uomo non è il prodotto di una nazione per cui debba avere
regole che contrastino con quelle delle altre per giustificarne l’aggressione, l’uomo è il prodotto della
Creazione di Dio. e le finalità di essa sono uguali per tutti e devono combaciare con la suprema
armonia per cui sono state create e da Cui sono state portate all’esistenza.
Non ci devono essere Leggi di guerra, ma Leggi di Pace; non
armamenti, ma mezzi per migliorare le condizioni dell’uomo a qualsiasi razza o
condizione appartenga. L’industria della
guerra deve chiudere.
L’uomo non è carne da macello, l’uomo è stato creato
perfettibile all’infinito. Cominciamo a pensare come procacciarci la Pace,
perché il pensiero è il precursore dell’azione.
Bisogna debellare l’ignoranza ch’è il più gran male del
mondo e puri pensieri condurranno a pure
azioni.
In questa storia raccontata dalla nostra scrittrice fa da
contenitore all’intera vicenda il
modello assurdo per dirimere conflitti
sociali ed internazionali vigente nel nostro pianeta e si evince il contrasto con il valore dell’amore
e dell’amicizia di uomini semplici di questa vicenda narrata
in modo pacato, signorile che le si attaglia per formazione culturale e nobili ascendenti, un esempio di come le
doti del cuore prevalgano e brillino dall’inizio alla fine nella loro fulgida luce,
nel marasma prodotto da politiche sbagliate e visioni retrograde.
L’amore di Amedeo per Grazia è il filo rosso della storia,
che fortunatamente si conclude con il coronamento di un sogno, messo continuamente
a repentaglio dall’atroce e folle sistema che purtroppo ancora impera.
L’amicizia tra Amedo, Ugo e Mario, nata nel campo delle tre
fave è la luce di una lampada che brilla nel cuore del mondo, esteriormente
soggiogato da false illusioni di potere.
La descrizione della vita delle loro due famiglie che si
prodigano per soccorrere le persone coinvolte
nella mortificante situazione che
ogni guerra genera è un esempio di
solidarietà: altra parola magica appartenente all’aristocrazia del cuore e
della mente.
L’infamante periodo della seconda guerra mondiale che fa da
fa da sfondo alla storia raccontata e che tutti ben conoscono per esserne stati travolti,
non lo descrivo perché non è la realizzazione di un progetto in favore della
nostra evoluzione, ma di un arresto calcolato da potenze che stanno dietro i
parafulmini di comodo: uomini che credono di decidere, mentre tutto è stato già
stato deciso, a monte.
A monte non si ha rispetto dei potenti tra gli uomini perché
non sono che dei mortali qualunque, nonostante siano stati investiti di un
potere temporaneo, che sono costretti a gestire nella maniera che favorirà gli interessi di coloro che ne hanno favorito l’insediamento.
Queste
considerazioni aprono gli occhi agli
uomini che hanno smesso di illudersi e allora attuiamo le leggi del cuore,
quelle che sono state impresse in noi
dal Creatore e che fanno di noi fari di luce di bontà e di tenerezza per ogni
cosa creata a fronte di coloro che giorno e notte pianificano con ogni mezzo la
distruzione di questi valori, per stabilire il caos dove possano liberamente
imperare, distruggere ed avvantaggiarsene.
Ringraziamo l’Autrice che ci ha dato di rilevare dalla sua
storia la logica vincente delle forze del cuore dove il dito di Dio ha scritto le Sue
Leggi, ed evidenziare l’opera di divisioni e conflitti che resti di razze
malvagie innescano per sradicare l’uomo
dalla terra, ma essi si autodistruggeranno e periranno assieme ai loro incauti
sostenitori, perché hanno agito contro il Piano d’Amore di Dio. E’ scritto che
i pacifici erediteranno la Terra e noi
crediamo nelle Scritture. La guerra degli Angeli decaduti è in atto, ma il loro
tempo è scaduto. Dopo l’ultimo colpo di coda dell’antico serpente tornerà la
Pace che non sarà più tra una guerra e l’altra, ma sarà stabilita per sempre.
Angela Furcas
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