Ecco di seguito i due vincitori
del Concorso Nazionale per Poesie e Racconti
Sezione Poesia
Il mio cervello
Il mio cervello mi fa gli sgambetti,
mi uccide da dietro l’angolo,
crea corde su cui devo camminare.
Il mio cervello sputa sentenze,
edifica labirinti,
si autoproclama dio – oggi,
cosa insulsa – domani.
Il mio cervello mi fa linguacce,
mi accoltella le reni,
impicca i miei umori,
decide il da farsi,
progetta suicidi.
Il mio cervello
ha un altro cervello
dentro
che gli suggerisce malinconie e paranoie.
Il mio cervello si fuma le mie speranze
e crea attriti con la mia coscienza.
Il mio cervello è un pregio
che non posso accettare,
è la condanna che mi farà soffrire.
Il mio cervello non mi ascolta:
è il mio nemico.
È un’aquila cieca,
è un disegno infinito.
Autore: Alessandro Pedretta (Varese)
Sezione Racconto
La rosa
È sera, esci dal lavoro e ti avvii spedita verso il parcheggio. Non guardi intorno, hai solo voglia di salire in macchina e partire. L’asfalto scorre lento sotto le ruote, il traffico ti avvolge nella sua trama caotica. Semafori senza fine a ricordarti che la vita in città è regolata dai suoi colori. Non conta la fretta, non importa se hai paura e vorresti essere già a casa; il tuo destino viene deciso dal rosso e dal verde.
Fissi nervosa lo specchietto, alla ricerca di un incubo; non riesci a vederlo ma sai che è intorno a te, da qualche parte ti osserva, padrone di ogni pensiero. Sono mesi che ti segue, che morde la tua vita e avvelena il tuo tempo.
Verde: uno scatto fulmineo del motore, cercando di sfuggire all’ansia che sale. Pochi metri, battistrada fumante e la rabbia s’infrange ancora sul rosso. Nervosa, batti i pugni sul volante e poi lo specchietto si riempie di nero. Il compagno temuto e atteso è di nuovo dietro di te, il suo bestione incollato alla piccola utilitaria. Tanto vicino da sentire un cuore in tumulto e vedere due occhi colmi di terrore.
Il palazzo è poco distante, entri con veemenza nel cortile e richiudi il cancello. La tua ossessione è rimasta fuori e aspetta che tu scompaia nell’androne.
Serri porta e finestre, poi crolli sfinita sul divano. Non riesci a mangiare stasera, però accendi il televisore e lasci il telecomando per terra. Le voci intorno a te sono un segnale di vita, ti rassicurano.
Quando riapri gli occhi è giorno fatto, ti alzi dal divano indolenzita e vai in bagno a lavarti. L’acqua fresca sul viso risveglia il corpo e la mente: c’è silenzio in casa, troppo. Un brivido corre gelido lungo la schiena mentre timorosa torni indietro, verso il televisore. È spento, il telecomando poggiato sul tavolo, accanto a una rosa rossa.
Autore: Giacinto Panella (Ceccano - Frosinone)
I nostri più vivi complimenti ai due vincitori, ai quali sono riservate venti pagine nell’antologia cartacea dedicata al Concorso!
il racconto nn l ho capito....
RispondiEliminaIl racconro, più che trasmettere paura trasmette... NOIA. Non capisco come abbia potuto vincere... Mah
RispondiEliminanon mi pare infatti che abbia un senso, ne ho letti altri molto più interessanti. purtroppo i migliori non vincono mai
EliminaComplimenti ai due vincitori!
RispondiEliminaIl racconto un senso ce l'ha, eccome, visto che, almeno per quanto ho potuto capire, affronta il tema dello stalking, tema delicato e paurosamente attuale, complimenti!