Intervista a Fulvio Fapanni, regista del film
Raccontaci a grandi linee la trama di “Messaggeri”.
È il desiderio di un contatto tangibile con il mondo degli Angeli, per quanti credono nella versione biblica, oppure con entità di un livello superiore al nostro per quanti credono che esistano infiniti universi e infinite dimensioni dove la vita si evolve a vari livelli e dove il nostro non è certo il superiore.
Un contatto che nel film viene tenuto forse troppo religiosamente corretto, e dove l’unico tentativo di un messaggero di violare la regola eterna di non interferire con gli esseri umani sta per essere quasi realizzato. Evidenziare come esseri superiori a noi ci sono vicini e comunicano tramite sensazioni, emozioni e tocchi invisibili.
Quando e come è nata in te l’idea di questo film?
Ho visto i due attori protagonisti vestiti di bianco in una performance sulla Resistenza il 25 aprile di alcuni anni fa e ho notato in loro qualcosa di angelico; da lì il passo di unire questo nel mio desiderio di “contatto” con certi esseri è stato breve.
Quello degli Angeli è un argomento sicuramente affascinante. Qual è la tua opinione su queste figure?
Premetto che io non ho mai seguito religione alcuna, ma credo che ciò che corrisponde agli angeli nella versione cristiana esista realmente sebbene non abbia mai avuto prove in merito o almeno prove tangibili e spiegabili. Io credo che angeli e apparizioni mariane potrebbero essere il tentativo di forse superiori di comunicare con noi e insegnarci qualcosa. Loro si adattano alle nostre credenze assumendo l’aspetto di divinità o santi in cui noi crediamo. Ovviamente è ciò che ritengo plausibile, non è certo un credo che voglio difendere e diffondere: le verità alla fine non sono mai assolute e spesso sono mutabili.
Che coinvolga dieci o migliaia di persone, un film è sempre un lavoro di gruppo. Come ti sei trovato con gli attori e i collaboratori?
Bene. Ognuno ha dato il meglio di sè, chi con la fotografia, chi con suggerimenti o con una propria istintiva interpretazione. È stato un piacevole lavoro di squadra sebbene sotto il filo di una sola idea che ovviamente era mia.
Raccontaci un aneddoto legato alle riprese.
Quasi sempre mi sono lasciato ispirare dai luoghi dove girare e loro mi hanno chiamato, non ci sono aneddoti particolari se non quello dello specchio. Ho guardato lo specchio a casa di Lidia dopo aver pranzato da lei alla fine delle riprese e ho sentito che lì il film doveva finire e tutto quanto avevo progettato è mutato cambiando la storia.
Progetti video futuri?
Per ora nessuno ma se ne farò, saranno ogni volta diversi. Ho visto un bel video di sensazioni del “Teatro del No” giapponese, mi sto orizzontando verso un genere di film dove la musica passa attraverso gesti, espressioni e la parola perde poco a poco consistenza, fino ad approdare ad un modo nuovo di comunicare.
Hai avviato, ben trent'anni fa, il Gruppo Letterario Meteora. Vuoi parlarci di questa particolare esperienza culturale e artistica? Quali sono i progetti recenti che il gruppo sta portando avanti?
È stata ed è un’esperienza incredibile. Persone si sono legate dapprima tramite la poesia poi nell’amicizia e da lì sono successe cose incredibili, sono nate coppie, e da loro figli, sono nate amicizie che promettono di durare per sempre, e oltre a questo lo stile di ognuno si è arricchito nel confronto con gli altri. Ora usciamo con un libretto o due all’anno che è “l’Unicorno” a cui si allega un Segnalibro, lì si trovano le poesie degli iscritti al Gruppo e poi ogni settimana ci si trova scrivendo e leggendo insieme, nella nostra sede sotto la Torre del Popolo a Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia.
Contatti:
Fulvio Fapanni
Piazza Roma, 47
25036 Palazzolo s/O (Brescia)
Cell. 3347128006
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