MAMMA, TU NON SEI COME LE ALTRE!
"Il Paradiso: l'Universo prima del commento." Emile Michel Cioran
Cara Milena,
ho voluto pensarci un po' prima di rispondere alla richiesta che mi hai rivolto l'altro giorno.
Di primo acchito ti avrei detto che quanto ti ho riferito al telefono dopo le mie prime impressioni "a caldo" seguite ad una prima fugace quanto intensa lettura del tuo libro esaurivano ed esaudivano all'incirca quanto "io sentivo di avere da dire" sulla tua opera, non certo per liquidarla con poche parole, ma per renderle il più grande omaggio che io e/o chiunque altro/a avrebbe potuto rivolgerle, ossia, quelle di chi teme che sminuirebbe con un qualsiasi commento un libro che fin dalle prime battute si percepisce sia stato scritto, come direbbe Nietzsche, "in sangue e ed in sentenze" e, quindi, più che essere letto, meriterebbe di "essere imparato a memoria", non da qualcuno in particolare, ma da tutti. Ciò unito a quelle inerenti alla necessità che esso fosse scritto "in questo preciso momento storico" quanto mai propenso perchè un'opera del genere fosse divulgata e diffusa il più possibile a largo raggio - se non addirittura sull'intero globo - e che io mi sentivo chiamato oltre che onorato a farlo con tutti i mezzi che Dio mi ha donato per farlo - oltre che con la mai volontà, e che il fatto che sia stato tu a scriverlo prescinde dal valore intrinseco che essa ha, nel senso che - almeno per me- è talmente chiaro che tu sia stata "guidata" a scriverlo, che tu abbia avuto più che altro la funzione di tramite "tra il cielo e la terra" è così palese che inchinarci a Chi ha voluto ciò più che a te sia doveroso, pur puntualizzando - a rigor di Logica - che se sei stata scelta tu e "non chiunque altro" è stato, ovviamente ( e nemmeno poi tanto) perchè col tuo stile avresti garantito più di ogni altro quell'immediatezza unita al Dono della di Sintesi indispensabili perchè i significati ed i messaggi di cui essa si fà veicolo fossero resi nella maniera più semplice e diretta possibile, così che risultassero alla portata del maggior numero di persone possibili.
Di seguito, anzi, esattamente "nel mentre" sto redigendo questa mia letter(in)a di risposta, che vuole essere - pur senza il volere di chi ne è autore, il quale si limita a prendere atto (esattamente come te e chiunque leggerà questo scritto) di quanto sta avvenendo Qui ed Ora - anche una disamina più attenta, oculata e dettagliata, di quanto ho argomentato a voce d'istinto dopo una prima veloce lettura del tuo libro che, ripeto, non intende nè può essere considerata una recensione, in quanto la tua Opera, come tutte quelle davvero degne d'esser definite tali, come l'Arte con la A maiuscola, o, se preferisci - e so che lo preferisci - la Poesia, non meritano giudizi di valore. Direi che non meritano giudizi.
Anzi, se proprio vuoi che ti dia un suggerimento - ed anche se non lo vuoi, io te lo do lo stesso, perché quanto sto per dire "va assolutamente detto" - a chiunque nel corso delle presentazioni del'opera in questione dovesse rivolgerti una domanda del tipo: "Mi direbbe, per favore, che cosa intendeva esattamente dire con la frase bla bla bla bla bla?" tu non avrai da dare che una sola possibile risposta: "Con quella frase intendevo dire esattamente quello che ho detto, nè una parola di più nè una parola di meno."
Tanto, in ogni caso, capirà chi deve capire, in quanto è giunto il Tempo perché egli/ella capisca.
Non capirà non deve capire, in quanto non è ancora giunto il Tempo perché egli/ella capisca.
E così è liquidato - quello sì! - anche ogni (im)possibile dibattito sul contenuto del libro.
Tanto per ribadire, ergo, dire pubblicamente, quanto ti ho detto privatamente, ossia, che ammiro il coraggio che hai avuto di chiamare le cose esattamente con il loro nome o, se preferisci - io lo preferisco - di "nominarle", senza preoccuparti minimamente delle polemiche o delle perplessità che avresti potuto sollevare in chi non ha in sè le conoscenze per poter penetrare con un solo sguardo ogni concetto che tiri in ballo, facendo sì che danzi, tra le altre cose, al ritmo dell'ironia, indispensabile nell'arte quanto nella vita per appassionare il prossimo alla Verità, non solo perché, come scrive Sant'Agostino,
"Nutre la mente solo ciò che la rallegra"
ma perché la Verità, per ogni Eletto, non va mai disgiunta dalla Bellezza, e per taluni - tra i quali il sottoscritto - coincide Divinamente con essa.
Perchè Verità è Bellezza, e Bellezza è Verità.
Nietzsche docet.
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