venerdì 16 novembre 2012

I RACCONTI DI VENER dì - Giovanni Minio





Il salto nel vuoto


Autore: Giovanni Minio

Quel giorno ero di ritorno a casa verso l'ora di pranzo, con mio figlio e mia moglie. Avevo un appuntamento per le due ma guidavo lentamente e con i riflessi rallentati a causa dell'iniezione che mi avevano somministrato all'altro capo della città, non capivo bene per cosa.
Stavo meditando alla guida della mia "Punto", quando l'occhio mi andò sullo specchietto retrovisore e vidi un carro funebre, nero, di quelli con tanti fiori che mi seguiva.
Lo feci notare a mia moglie e quando la macchina scura ci superò, lei, divertita e meravigliata esclamò: “Ma ci sei tu là!”
Rimasi sorpreso, stupefatto, ammutolito.
Sul feretro c'era scritto il mio nome, cognome, il mio luogo e data di nascita, e il giorno della mia morte, quello!
Arrivo a casa, mi butto sul letto, sono confuso, ricordo qualcosa.
La terra stava per entrare in un buco nero, serviva un volontario per salvarla. Mi ero offerto io. Mi avevano portato all'ospedale per l'iniezione. C'erano strani fenomeni elettrici nel cielo.
Gli aerei stavano impazzendo, i radar erano fuori uso. Il volontario, io, era saltato dentro il buco nero.
Oppure no, non era andata così... Erano quarant'anni che mi facevano quelle iniezioni. Il fisico e la mente non avevano più retto ed ero morto mentre guidavo.
O forse no... Ero ancora vivo... ce l'avevo fatta!

Per contattare l’autore: giovanniminio@libero.it

Racconto surreale, questo di Giovanni Minio, dal ritmo svelto e “spezzato” che vuole sorprendere ma anche disorientare il lettore, spiazzandolo. Il protagonista vive tra angoscia e assenza di punti di riferimento, e questo è ciò che vuole esprimere chi scrive. Ci riesce, comunicando con efficacia il “salto nel vuoto” che inquieta, mette ansia, quella sprigionata dalla constatazione crescente di non avere appigli, certezze.
Giovanni Minio dosa le parole che devono trasmettere (e non è poco) tutto questo, le porge con tempi che cambiano fino a confondere presente, passato e futuro. Un salto nel vuoto è inevitabilmente sinonimo di confusione, e anche gli strumenti linguistici vengono qui utilizzati al fine di “confondere”. Ci si ritrova proiettati in una dimensione insolita, mentre le certezze cadono una ad una.
Che l’autore sia riuscito nell’intento lo si comprende dopo l’esclamazione finale, che non lascia alcuna sensazione “netta” in chi legge, al contrario. Il tutto è racchiuso in un racconto molto breve: ulteriore dimostrazione, questa, della bravura dello scrittore.


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