Gianni
De Feo
in
ARIA
tra Terra e Cielo
di
Mimma Scigliano
Domenica 25 Novembre ore 18.30
"L'Asino che Vola" - Va A. Coppi 12/D - ROMA
Un
racconto musicale con canzoni di Fabrizio De André, Dalida, Mina, Luigi Tenco,
Edith Piaf, Mia Martini, Charles Aznavour, Vinicius De Moraes.
Pianoforte
e arrangiamenti musicali: Giovanni Monti
Costumi
e allestimento: Roberto Rinaldi
Foto e
grafica: Manuela Giusto
Un viaggiatore,
proveniente da uno spazio e da un tempo indefiniti, ripercorre le tappe del suo
esistere. Il suo vagare è ciclico, fatto di partenze e di ritorni. Come dal
suono di un carillon, riaffiorano le memorie, riemergono i sapori dell’infanzia.
Le filastrocche,
raccontate davanti al fuoco del caminetto, fanno rivivere “sensuale” Ilmatar,
figlia del Vento, giovane fanciulla eterea, che, attratta dal dirompente
turbinio delle acque, si unisce al mare in un vorticoso amplesso generatore,
dal quale Terra ha la sua origine.
In quest’atmosfera
favolistica e mitologica, il viaggiatore rivive cosi il suo percorso di uomo,
partorito dalle viscere di Terra. Un cammino alla ricerca della conoscenza,
come quello di Ilmatar, che lo porterà da una condizione materica e carnale a
una più elevata consapevolezza spirituale, tanto da riconoscere Ilmatar stessa
come principio di ogni cosa, come fonte creatrice, come Aria.
Il ritmo dello
spettacolo è scandito da alcune canzoni tra quelle più note dei cantautori
italiani e francesi, fino a diventarne il fil rouge, filo invisibile tra
gli elementi della trama, contrappunto a quell’atmosfera oscillante tra la dimensione
degli uomini e quella degli Dei. Tra Terra e Cielo.
“Fino
al dispiegare delle mie ali. Fino qui, tra il mondo degli uomini e quello degli
dei. Ora comprendo perché sono, perché siamo… Conosco l’origine e so che non c’è
mai fine”.
E, allora, Aria, come purificazione e come canto.
Note
L’itinerario
artistico che porta ormai a sperimentarmi in un genere teatrale dove canto e
gesto, musica e parola si amalgamano al punto di diventare espressione di un’unica
onda emotiva, è stato scandito nel tempo da una serie di spettacoli il cui
confronto con il pubblico, a livello nazionale (e non solo), mi ha offerto ogni
volta nuova occasione di crescita.
Nella
volontà di superare ogni distinzione tra i generi, in un gioco di continua alternanza
tra atmosfere oniriche e rarefatte, capaci di sollecitare il risveglio di una memoria
atavica, e situazioni neutre in accordo con una più lucida contemporaneità, mi
sono liberamente spinto, rischiando qualche volta di andare contro corrente,
fino al punto di confondere volutamente i confini tra narrazione e canto,
elementi di un’unica trama. In tal senso, diventa di fondamentale importanza il
contributo di autori capaci di gestire, con estro e fantasia, un impianto
teatrale così “invaso” dalle canzoni, consapevoli allo stesso tempo di dover
procedere al fianco di notevoli musicisti. Questi ultimi, restituendo un’accurata
“rilettura” dei brani in una proposta strumentale di volta in volta differente
a seconda dei casi, si integrano con sensibilità scenica allo spettacolo.
Dalle
canzonette italiane e francesi degli anni trenta, il cui repertorio sembra
uscire da un vecchio baule dimenticato in una polverosa soffitta, al lungo
viaggio attraverso l’Europa devastata dalla Grande Guerra, sotto l’accattivante
titolo Parlez-moi d’amour e scandito dalle musiche decisamente più
crude di Kurt Weill e Bertolt Brecht ; dalle sensuali atmosfere barocche della
corte francese di Luigi XIV alle canzoni di Darius Milhaud in un ironico
racconto musicale di Jean Cocteau, fino a una scanzonata e irriverente versione
pop della Salomé di Oscar Wilde, via via le scelte mi hanno portato ad
attingere alle storie più intime dei grandi protagonisti della musica. Edith
Piaf è stato il primo incontro, con la sua passionalità, i tormenti e l’intensità
vocale. A seguire, Sergio Endrigo, poeta della musica, del quale mi interessava
far emergere un aspetto meno malinconico ma decisamente più aggressivo e
moderno, affiancando le sue canzoni ad un testo dal linguaggio duro e poco
propenso alle facili concessioni.
ARIA
(tra Terra e Cielo), nasce seguendo un mio atavico spirito di ricerca, in
continua
oscillazione tra passione materica, desideri e ambizioni, e il dispiegare delle
ali.
Un testo che attinge questa volta da ricordi personali, attentamente scritto su
misura
durante lunghe notti di luna piena, e che si dipana come leggenda mitologica o
filastrocca
raccontata ai bambini.
All’interno
della struttura narrativa vibrano le canzoni di tanti poeti della musica.
Cantautori
e interpreti che, con radici ben radicate nel loro tempo, hanno portato la
loro
voce oltre le nuvole, dove il cielo è sempre più blu.
Gli
arrangiamenti musicali per solo pianoforte contribuiscono a dare infine l’ultimo
tocco
di classe, lungo questo nuovo itinerario artistico.
Gianni De Feo
Hanno
detto di lui:
“Gianni
De Feo prosegue il suo viaggio attraverso grandi autori e interpreti della
canzone.
Dopo l’incontro con Edith Piaf, seguendo un percorso teatrale tra gesto,
musica
e canto, un’altra occasione per rilanciare la tradizione del teatro canzone.”
Felice
Liperi (La Repubblica)
“…in
scena c’è un attore-cantante straordinario che sembra uscito da una vecchia
pellicola
francese, dal fascino ambiguo, che trasforma l’aneddotica e il repertorio di
motivi
più o meno celebri in puro batticuore.”
Nico
Garrone (La Repubblica)
“La
splendida voce di Gianni De Feo (tra i migliori che sappiamo unire capacità
recitative
a quelle canore) guida il pubblico attraverso le melodie di un’epoca.”
Annalisa
Venditti (Italia Sera)
“De
Feo ha molte frecce al suo arco : la voce, i tempi giusti, l’ironia necessaria…”
Melania
Guida (Corriere del Mezzogiorno di Napoli)
“…si
ammira anzitutto la straordinaria duttilità vocale di De Feo che, in un’ora e
mezza
di affabulazione, riesce a modulare le sfumature più contraddittorie della
melodia
novecentesca…”
Attilio
Scarpellini (Diario)
“…Gianni
De Feo, attore, chansonnier, mimo, ideatore di spettacoli all’insegna
dell’eleganza
e della raffinatezza.”
Franzina
Ancona (Rinascita)
“La
contaminazione di generi necessita di un artista versatile…Lo ha fatto con
grande
classe
Gianni De Feo, non nuovo alle esperienze di teatro musicale, sempre accolte
da
vivo interesse.”
Karen
Aquino (Rinascita)
“L’interprete
ha saputo raccontare e cantare Edith Piaf in modo così magistrale da
provocare
10 minuti di applausi alla fine dello spettacolo.”
Vincenzo
La Porta – Teatro Milanollo di Savigliano (Cuneo)
“Gianni
De Feo, coadiuvato da un ottimo cast di musicisti, riesce con bravura
eccezionale
a ripercorrere la vita artistica della Piaf, ma non si limita a “interpretare”
le sue
canzoni…”
Claudio Elli – Milano
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