La
femmina di Homo Sapiens è stata detronizzata, fino a un totale rovesciamento
dei ruoli che ha condotto alla presa di potere dei maschi e fino alla creazione
di un dio padre. Quando l'antenato ominide si presenta sul continente dà inizio
a una storia che giunge fino ad oggi.
Un
codice di basi chimiche alternate racchiuso nei nuclei delle cellule garantisce
oggi la trasmissione di informazioni che ne spiegano passaggio per passaggio:
il DNA mitocondriale, un breve frammento di circa 16 000 basi, un remoto evento
di simbiosi batterica che esula dalla cassaforte nucleare ha consentito una
ricostruzione dell'albero genealogico della nostra specie.
Maschi
o femmine, non potremo che riceverne dal ricchissimo citoplasma dell'ovulo,
quando lo spermatozoo ne è praticamente privo.
Nel percorso
evolutivo dell'umanità, migliaia di generazioni hanno cavalcato incessantemente
il processo dell'esistere in una rielaborazione continua in cui nulla è andato
perduto.
Una
signora di circa 180-200.000 anni, in pratica già Homo (donna) Sapiens,
proveniente da qualche zona dell'Africa, ci accompagna nel viaggio del mondo e
del tempo.
Eva
Nera, questo il suo nome, ha lasciato retaggi segreti, dalle nostre cellule
sino ai comportamenti, sedimentando ''norme fossili'' a cui obbediamo senza
neppure saperlo ma che hanno contribuito a salvarci dalla cancellazione della
vita.
Siamo
suoi figli, sue figlie. Tutti.
Non
esiste, invece, un unico padre.
Siamo
figli di Eva Nera.
Il
ruolo genetico che le Madri hanno assolto è un segno tangibile di come la
costruzione del mondo sia loro.
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