Tramonto di una storia
Autrice:
Marzia Estini
Nello
sfondo un paesino abbarbicato sulla collina torinese.
Estate.
Tardo pomeriggio.
Primo
piano di una ragazza: capelli ramati, legati in una coda di cavallo ribelle,
occhi di un castano cangiante all’ambra, una spruzzata di lentiggini sul suo
naso un pochino all’insù.
Primo
piano di un ragazzo: capelli scuri, scompigliati, oserei dire sconvolti, occhi
neri, sorriso incredibile.
Silenzio.
Imbarazzo.
Lo
sguardo di lei sulle labbra di lui.
Sguardo
di lui negli occhi di lei.
Silenzio.
A parte un frinire di grilli.
Le
parole scherzose di lui smorzano la tensione.
Segue
la prevista risata di lei. (“Il suo modo
di ridere sempre… quanto ne sente la mancanza…").
Lei
vorrebbe parlare, ma le si strozzano le parole in gola, le stesse che aveva
pensato tante volte immaginando questa scena. (“Dio mio! È un addio… Non mi guarderai mai più così, non mi farai mai
più ridere anche se ho solo voglia di piangere… Vorrei stringerti e non
lasciarti andare, ma non accadrà… Orgoglio. Stupido orgoglio… Ma io sono fatta
così…”).
Silenzio.
Dettato dall’orgoglio.
Un
abbraccio frettoloso e nervoso di lei che si sente morire.
Il
sorriso calmo e radioso di lui che le scalda un po’ il cuore.
Lui
le solleva leggermente il viso, la guarda e gli occhi neri brillano come
stelle. Ora dovrebbe parlare e spiegarle quello che prova, che ha sempre
provato per lei, ma non ci riesce.
Orgoglio.
Guarda
quegli occhi d’ambra e lascia che a parlare siano i suoi, due perle nere. (“Mi sembra di aver male al cuore e allo
stomaco… ti prego, non pensare al passato… non ti fare venire dei rimpianti… lo
so è difficile… il male al cuore mi sale ancora di più… è tanto forte… mi
mancano i tuoi occhi che mi guardano le labbra… il male sta crescendo a
dismisura… mi manca il tuo modo di tenere le mani l’una dentro l’altra… mi
manchi già piccolina…”).
Accosta
le labbra alle sue.
Ultimo
interminabile bacio.
Mani
dell’uno stringono le mani dell’altra.
Non
c’è più tempo per le scuse e per le spiegazioni. Solo un romantico addio.
Due
sagome che si perdono nel tramonto infuocato tenendosi per mano.
Un
addio che potrebbe essere solo un arrivederci. Se non ci fosse di mezzo
l’orgoglio.
L’obiettivo
si allontana.
La
prima stella della sera si accende nel cielo ancora chiaro.
Per
contattare l’autrice: zioli@live.it
Marzia Estini ci descrive un addio dettato dall’orgoglio con un
linguaggio efficace, accattivante. I “flash” si susseguono uno dopo l’altro,
brevi lampi di luce che illustrano perfettamente ciò che l’autrice vuole comunicare:
c’è un susseguirsi di immagini “ferme”, è il loro moltiplicarsi a trasmettere l’idea
del movimento.
In primo piano ci sono
le due figure che ancora si cercano, si toccano, si “sentono”, o almeno ci provano,
ma di fatto sono già distanti a causa di un’incomprensione forse insuperabile
(lo è di certo oggi); in secondo piano, un paesaggio che “continua a vivere”
nonostante il piccolo-grande dramma che si sta consumando.
Marzia
Estini racconta tutto questo
con una tecnica narrativa che certamente le è congeniale, con frasi brevissime e
accapo che non è facile “gestire”, da un punto di vista narrativo. Lei ci
riesce con sicura padronanza, e trasmette anche questa sicurezza – tra l’altro –
al lettore.
Perfetta chiusura, l’immagine
del cielo ancora chiaro nel quale già brilla la prima stella: tutto è in
evoluzione ciclica, forse domani l’orgoglio sarà messo da parte o forse no.
MERAVIGLIOSO...LEGGENDO ."ERO CON LORO "A VIVERE QUESTO STRUGGENTE ADDIO....L'AUTRICE TRASMETTE OGNI PIù PICCOLA EMOZIONE IN MODO SUBLIME E ATTRAVERSO QUELLO CHE SCRIVE SI PUò PERCEPIRE QUANTO SIA SENSIBILE E BELLA LA SUA ANIMA
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