mercoledì 25 aprile 2012

LE 5 MAGICHE DOMANDE APERTE A FABIO ALOISE




Come sei venuto alla vita?
Non credo di sapere come sono venuto alla vita o meglio, non so perché nel senso  Divin-progettuale del termine, ma solo per tutta una serie di conoscenze scientifiche che giustificano e spiegano la nascita di un nuovo individuo.  Ciò di cui sono sicuro è che ci sono ed esserci significa avere la consapevolezza di esistere ed esistere significa dare un senso alla propria vita per cui, in quanto venuto alla vita, io vivo: "....e quando il primo raggio riuscì a filtrare illuminò il volto del bimbo che, volgendo gli occhi al cielo sorrise, si alzò e andò incontro alla vita!"

Qual è il tuo messaggio?
Un messaggio di presenza costante a tutto ciò che orbita intorno a noi perché solo attraverso la partecipazione e la relazione si può accedere alle parti più recondite di noi stessi e nel contempo provare ad  entrare nel mondo dell'altro: "…cieco è chi non apre il suo cuore e non guarda il profondo degli occhi altrui che pur sono i suoi.”

Di cosa ti nutri?
Mi nutro di suoni, di colori, di sensazioni, di sapori, di odori. Mi nutro di tutto ciò che il mondo può portare a farmi percepire e che si trasforma poi in ciò che di più bello l'essere umano si possa arricchire: le emozioni. Coglierle e non lasciarle passare e sfuggire inutilmente è ciò di cui tutti dovrebbero preoccuparsi: “...istanti di vita mi ritroveranno qui, non più ad attendere, ma a cogliere ciò che al tempo ruberò.”

Chi vuoi ringraziare?
Credo di dover e voler ringraziare Dio, in quanto entità superiore che ha permesso tutto questo che rappresenta il nostro mondo esterno percepibile, ma principalmente la nostra interiorità in quanto mondo sommerso ma altrettanto ricco di innumerevoli sfaccettature che nulla hanno da invidiare alle mille sfaccettature del mondo visibile. Il punto di incontro è rappresentato da quella lieve, impercettibile e spesso incomprensibile linea di confine che divide la vita dalla morte: "...vorresti gridare, dire che è vero, ma in fondo è più giusto che si perpetui il mistero".

Che cosa chiedi?
Chiedo di poter accedere nella vita sempre alle parti migliori di me, di non abbandonarle mai, di non rinunciare mai alla libertà di vita, di pensiero, di opinione. Chiedo di poter riuscire sempre ad accedere alle sensazioni altrui attraverso le mie conservando sempre quel pizzico di autonomia esistenziale che, dopo tutto, differenzia tutti noi e ci fa essere, in un continuum generativo il prototipo di ogni nuova nascita: "...prova solo a rapirmi col respiro e per un po' sarò con te. Estasi di attimi infiniti, ma per vivere dovrai lasciarmi andare  ...ma non disperare puoi sempre ritrovarmi al tuo prossimo respiro.”


Nasco nel 1958 a Città della Pieve, in Umbria; Salerno mi adotta in età preadolescenziale, ma da un ventennio vivo a Battipaglia.
Terapista della Riabilitazione, Fisioterapista e Counselor Professionale - Agevolatore nelle relazioni di aiuto individuali e di gruppo, gestore di un Centro di Ascolto per la salute mentale presso un'Associazione di volontariato che si occupa di sostenere le famiglie di soggetti con disturbi psichici e mentali.
Da sempre proiettato verso le problematiche sociali e i rapporti relazionali in quanto forieri di scambi emozionali che lasciano il vero segno dell' "essere" umano.
Mi cimento spesso nell'arte della scrittura di saggi, articoli e poesie legate alla vena del momento e al coinvolgimento emozionale. L'intento è quello di trasmettere qualcosa che possa indirizzare ad una riflessione, ad un pensiero, ad un atto di reciproca condivisione. Spero di riuscirci!



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