Era morto. Morto per sempre? Chi può dirlo? Certo, né le
esperienze spiritiche né i dogmi religiosi provano la sopravvivenza dell’anima.
Solo si può dire che nella nostra vita tutto si svolge come se vi entrassimo
con un carico di obblighi contratti in un’esistenza anteriore. Nelle condizioni
della nostra vita su questa terra non c’è ragione di sentirsi obbligati a far
il bene, a essere delicati e persino cortesi, o perché un artista ateo si creda
in dovere di ricominciare venti volte un pezzo destinato a suscitare un’ammirazione
che poco importerà al suo corpo mangiato dai vermi, come nel caso della piccola
ala di muro giallo dipinta con tanta abilità e raffinatezza da un artista
sconosciuto appena identificato sotto il nome di Vermeer.
(dal
film «Tutti i Vermeer a New York» di Jon Jost)
Roma, Scuderie del Quirinale
27 settembre 2012 – 20 gennaio 2013
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