Quando vedo l'erba di un prato che è stata tagliata da poco
tempo penso a un mare di creature viventi che sono state appena violentate,
che, sì, magari quel taglio era necessario per ragioni di praticità - sulla
questione estetica non mi pronuncerei perché penso sia una questione del tutto
[e non proprio del tutto] soggettiva - e che magari quell'erba ricrescerà più
forte, bella e rigogliosa.
Ma intanto lo
spettacolo che vedo dinanzi a me mi pone come in una sorte di temporaneo lutto.
E mi chiedo tutte
le volte se le ragioni per le quali è stato fatto sono davvero legittime.
So che non dovrei
essere io a dirlo, ma qualcuno che si pone interrogativi del genere dinanzi a
un'immagine che i più accolgono senza avvertire alcuno scompenso
emotivo-filosofico- esistenziale, e magari rallegrandosene passando in rassegna
i vantaggi oggettivi che si hanno per l'operazione della quale hanno appena
preso atto, e non rivolgendo pensiero alcuno alle creature viventi
summenzionate, ha una sensibilità davvero fuori dal comune, e non dev'essere
una persona cattiva, o almeno credo.
So che è ridicolo
autoelogiarsi da soli, ma forse questa è la sola eccezione che conferma la
regola.
"Si vede che non
hai proprio niente a cui pensare se stai male addirittura per i fili d'erba
recisi!"
Può darsi.
O può darsi che io
abbia capito, a differenza di te, che quel Tutto a cui dovrei pensare è Niente
se paragonato alle ragioni di fondo che inducono in me il suddetto malessere, e
quel Niente è Tutto.
Appena vi è
possibile, vedete THE TREE OF LIFE di Terrence Malick, un film del 2011 che
tuttora reputo l'ultimo Capolavoro che l'Umanità ha prodotto sulla Via del Cammino e del Perfezionamento di Sè.
E se
quest'espressione risulta poco familiare a qualcuno, è bene che inizi fin da
ora a prenderne dimestichezza, che i tempi son maturi perché tutti lo facciano
al più presto.
No, non concordo
con chi dice che si stava meglio quando si stava peggio.
Oggi si stà meglio
di ieri, e domani si starà meglio di oggi: su questo non v'è alcun dubbio.
E se tutti
ragionaste in modo del tutto obiettivo, ammettereste che è proprio così.
Non si può stare
peggio di ieri per la semplice [e mica poi tanto...] ragione che l'universo
intero è in Evoluzione, così come lo sono tutte le galassie che lo compongono,
così come tutti i sistemi solari simili al nostro distribuiti nelle varie
galassie, così come tutti i pianeti presenti in ognuno di essi, così come tutte
le creature viventi che li abitano - laddove essi siano abitati [la vita in
essi e per essi c'è comunque per la ragione che sto illustrando] - così come
tutte le cellule di ognuna di queste creature viventi, così come ogni
particella di ogni singolo atomo che compone queste cellule, eccetera eccetera...
E Dio non è altro
che l'Amore che move l’universo, le galassie, il sole, le altre stelle, i
pianeti, noi esseri umani, gli animali, le piante, i fili d’erba, le cellule,
gli atomi, le particelle… TUTTO.
Il film in
questione mi ha fatto pensare, tra le altre cose, che se oggi gli uomini sono
in grado di coalizzarsi per partorire un'opera del genere, e se tutte le
circostanze sono favorevoli perché essa venga realizzata esattamente come è
stata pensata, ultimata e distribuita su scala mondiale, allora non siamo messi
così male come crediamo e, soprattutto, come protestano a ogni piè sospinto
tutti gli artisti e creativi di questo
mondo che non trovano mezzi per realizzare le loro opere o canali di
distribuzione per le stesse, additando la colpa unicamente ai mammasantissima
dello showbusiness che fanno il brutto e il cattivo tempo nell'arte, ponendo in
secondo piano la qualità e badando unicamente alla commerciabilità o, se
preferite, alla vendibilità del prodotto che gli si va a proporre.
Probabilmente, non
è scritto che tali opere debbano giungere ai più, o, se preferite, non è ancora
il Tempo perché ciò avvenga, e c'è qualche ragione a noi ignota per cui è bene
che restino per il momento relegate in canali di distribuzione accessibile a
pochi, fortunati o sfortunati che siano.
Probabilmente,
TUTTO VA COME DEVE ANDARE.
Per ragioni che non
conosciamo ancora, ma che un giorno vicino o lontano ci saranno rivelate.
Come dice la voce
narrante nonché la protagonista femminile del film a un certo punto...
Non è detto che ti
stia aiutando Dio nel momento in cui ti dà. Così come non è detto che ti stia
punendo Dio nel momento in cui ti toglie. Probabilmente ti sta aiutando anche
nel secondo caso, ma non sei ancora in grado di comprenderlo, o meglio, non è
ancora Tempo perché tu lo comprenda.
Probabilmente se Dio ti ha temporaneamente violentato è solo
perché tu cresca più bello, forte e vigoroso… esattamente come quel prato al
quale mi riferivo nell’incipit di questo scritto.
Ci ama nello stesso
modo in cui noi amiamo quei fili d'erba che recidiamo perchè a un certo punto
diviene necessario farlo, nostro malgrado, per il nostro bene, per il loro bene
e per il bene di tutti.
Ma so che è
difficile accettarlo per molti, e tanti non lo accettano affatto.
E taluni di loro
diventano criminali, dei fuorilegge, o più in generale delle persone senza
scrupoli che praticano il male e perseverano nel male proprio in quanto non
accettano la
Giustizia Divina.
In realtà non la
comprendono e, tuttavia, a comprenderla non basta una sola vita.
Ed è tutt'altro che
facile, fratelli.
Ed è forse è la
vera ragione perché ci troviamo tutti in questa valle di lacrime.
In quello che a
tutti gli effetti può essere definito un Purgatorio.
Anche perché - a differenza
di Dante - non ne so immaginare un altro diverso da quello nel quale ci
troviamo nel momento in cui ci ritroviamo [ri]catapultati nel mondo.
Del resto, non
riesco nemmeno ad immaginare un Inferno diverso da quello nel quale ci troviamo
sulla Terra nel momento in cui raccogliamo i frutti amari dell'aver voltato le
spalle a Dio.
E quanto al
Paradiso non mi pronuncio per rispetto a coloro che non hanno intrapreso ancora
il mio medesimo percorso ed, al tempo stesso, del percorso sul quale al momento,
ma chi mi conosce così a fondo da avermi indotto a rivelarglielo, sa bene quale
è il mio pensiero a riguardo.
Come anche quello
che mi induce a definire il mondo una valle di lacrime.
Piangere, così come
scegliere di ribellarsi a Dio, al suo Operato e[rgo] al suo Disegno è facile.
Capire costa di
più.
E la condotta di
vita dei credenti dissidenti è, tra le altre cose, un ribellarsi a un Dio che
consente, non si sa bene perchè, accadono delle cose atroci, e sembra che premi
i cattivi, e invece punisca i buoni.
Questa è la domanda
che permea il film THE TREE OF LIFE, e la Risposta che da esso alla fine è quella che in
tanti attendono invano da una vita, e che alla fine dia un Senso al Tutto.
E per Tutto intendo
proprio Tutto.
E più esattamente
Tutto il Bene e Tutto il Male che c'è a questo mondo.
Per scoprire alla
fine che il Senso del Tutto è che Tutto ha un Senso.
Buona visione.
Rosario Tedesco
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