Salvatore Illeggittimo
Il Bianco di Zinco e il Nero d'Avorio
Mostra Personale
Agropoli (SA)
dal 16 al 30 settembre 2013
A cura di Antonella Nigro
Spesso i soggetti dell’artista sono ritratti nel grido, atto che pone significative e complesse interpretazioni iconografico-psicologiche anche per il confronto che se ne può fare con l’arte del teatro, arte che ha un forte ascendente nella vita e nell’opera di Salvatore Illeggittimo.
Strettamente correlato alle tematiche della polarità, del grido e del teatro, nelle tele di Salvatore Illeggittimo vi è la rappresentazione del concetto di abisso inteso come spazio, vuoto primigenio, sostanza intangibile, assenza di fondo, timore per la mancanza di ordine, per il legame col nulla. L’abisso fuori e intorno ai soggetti ritratti è inesplorato, sconosciuto, pericoloso perché in esso ci si può perdere, ci si può trovare risucchiati, per sempre. Ecco, quindi, l’inquietudine dei corpi ripiegati e muti, degli occhi che non ci fissano, dei capi abbassati, dei volti senza volto. Un’inquietudine silenziosa, un abbandono interrotto, a volte per pochi istanti, da un’interferenza di consapevolezza, di strana felicità.
Per questa voglia di analisi e ricerca di quella parte del sé nascosta o sfuggente, l’artista predilige spesso i ritratti, poiché li interpreta quale narrazione dell’essere umano, narrazione diretta senza filtri ottenuta attraverso uno sguardo, un sorriso, un atteggiamento sicuro o irrisolto.
Bellissima la scelta delle figure femminili, di frequente studiate e proposte in dettaglio, laddove anche solo le labbra o gli occhi raccontano misteriose malie e arcani sortilegi.
Antonella Nigro
Nessun commento:
Posta un commento