Una
disarmonia di fiori urlanti,
che
mareggia in frenetici profumi,
disegna
curve e suoni di palpate
nudità,
non visibili che al tatto
dei
polpastrelli d’oro, oltre la vita.
E
diluviano aiuole di pensieri
vegetali
nel cuore dei giardini;
aureolano
di voglie e di languori
umidi il
riso dolce delle donne
che
musicano getti di zampilli
dai sogni
delle stelle, confidati
alle
chiome disfatte dei guanciali.
Braccia e
nidi di aromi, ombre ch’esalano
scarlatte
intimità, gonfie di grida
non
esplose, ed amplessi vellutati
di fiori
che rischiumano di baci,
intrecciano
a svolìo la rèssa d’oro
delle
feminee nudità dell’aria.
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