Mia cara
Autore: Francesco Sicilia
Mia cara,
rubo pochi minuti alla distruzione
che ormai sovrasta tutto per scriverti. Un nuovo attacco è previsto tra poche
ore, i comandanti continuano a ripeterci (per provare a convincere almeno loro
stessi?) che sarà un efficace attacco a sorpresa, ma in cuor nostro tutti sappiamo
che è una missione suicida.
Vada come dovrà, lo sai che
sono fatalista. Ricordi? È la prima cosa che ti ho detto, quando sei inciampata
mentre mi portavi il whiskey al tavolo e buona parte del liquido si è
rovesciata sulla mia divisa. Mortificata fin quasi ad essere spaventata, ti sei
subito scusata temendo chissà quali conseguenze, ma ti ho detto qualcosa del
tipo “Signorina non si preoccupi, anche questo fa parte del destino!” e siamo
scoppiati a ridere. Una risata liberatoria, rarissima in tempi in cui ogni
forma di libertà sembra scomparsa.
Ora scrivo sapendo di te ben
poco (il nome, l’indirizzo, poco più) e temendo anche che queste righe non ti
raggiungeranno. Ma vada come dovrà, è già scritto che questa lettera ti debba
raggiungere o no. Sballottati da eventi più grandi di noi, è affascinante
accorgersi di quanto i particolari più importanti si fissino con l’evidenza di
isole rocciose nel mare in tempesta: tu; la tua meravigliosa risata dopo la
paura; poche parole pronunciate a bassa voce dopo il tuo nome; il tuo corpo
tutto teso ad ascoltare le poche pronunciate da me; l’indirizzo scambiato
velocemente su instabili foglietti; i segni della penna disturbati dai troppi clienti
da servire. Ma perché biasimarli, in fondo? Cosa potevano saperne, loro? Certi
miracoli ci distaccano, il resto del mondo non può che essere estraneo.
Per un paio di ore, non di
più, anche in questa vita ci siamo incrociati. È già avvenuto una o cento altre
volte, in passato, e ancora avverrà in futuro. Continuiamo a tracciare il
nostro disegno, mentre gli eventi storici – molto meno importanti di quel che
di solito crediamo – scivolano via uno dopo l’altro.
Con ogni probabilità sto
vivendo l’ultima giornata di questa vita (e il sole incerto sorto da poco
sembra confermarlo), ma che importanza vuoi che abbia? Ti ho incontrata di
nuovo, anche questa vita me l’ha concesso, tutto il resto sono particolari
secondari che si dissolvono insieme agli eventi, tutti, per quanto fragorosi
possano essere.
È stato un regalo della
vita? Certo, e il più bello tra quelli possibili, ma senza sorpresa, perché tutto
è come deve essere.
Con l’amore che sai da
sempre, tuo Frederic
Questa “lettera-racconto” di Francesco Sicilia ci parla di eventi quotidiani, eventi epocali, e
della loro “piccola” importanza rispetto a disegni che vanno ben oltre la
singola esistenza. Poche righe tracciate e spedite nelle ultime ore di vita
potrebbero sembrare qualcosa di inutile, quasi di ridicolo. Ma possiamo davvero
sapere cos’è importante, in un contesto che abbraccia tutto, tutto comprende?
Francesco
Sicilia invita ad un ottimismo “quieto”: quel «anche questa
vita me l’ha concesso» mentre la morte si avvicina è un segno che si distingue,
certezza che rifulge oltre qualsiasi dolore.
Tutto il tono della lettera invito a questa
riflessione, con i suoi continui passaggi dal singolo gesto alla visione d’insieme.
Ogni manifestazione di vita è questo: un particolare immerso nel generale, ad
esso fa ritorno e da esso si distacca nuovamente per manifestarsi, ancora e
ancora.
Per contattare l’autore: animusfrance@gmail.com
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Certo, e il più bello tra quelli possibili, ma senza sorpresa, perché tutto è come deve essere. Certamente non c'è nulla o poco da fare nelle situazione come quella descritta. Ma non credo che si possa accettare -tutto come già previsto-, quale sarebbe il nostro compito se nulla possiamo. Io credo si possa evitare che almeno questa lettera venga scritta da altri nella stessa situazione. E quello dipende da noi.
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