Eva
Oh sorella
mia, di quale peccato ci siamo macchiati,
così
ciechi,
così
ingrati,
di tutto
soddisfatti,
di tutto
privati.
Superbia
meschina,
curiosità
ingannevole,
vaghiamo
privati della nostra bellezza
sacrificando
il nostro io,
in attesa
della giusta morte.
Non chiediamo pietà mia sorella,
a testa
alta,
fino alla
fine suprema,
aneliamo dolore
e moriamo
per loro.
Dello
stesso autore: Ombra
Per
contattare l’autore: allegroragazzomorto@hotmail.it
La
nuova, intensa poesia di Giovanni Montini si apre con un richiamo che è al tempo stesso invocazione,
con quell’ “Oh” che dispone subito il lettore ad una partecipazione emotiva
vibrante. Il grido di dolore è l’inevitabile frutto di una scelta drammatica:
la rinuncia alla bellezza. Da qui, non possono che scaturire povertà interiore,
miseria personale e collettiva.
Giovanni
Montini rifiuta la facile
condanna e, da artista particolarmente sensibile qual è, ci sollecita ad una
presa di coscienza che vada oltre il “peccato”, oltre la perdizione. Le sue
immagini attraversano il tempo e si fanno memoria e presente, ricordo e
presenza: Eva, nostra sorella, è il monito eterno che a tutti appartiene.
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