Ecco
la recensione che la professoressa Annamaria Perrotta, poetessa e critico letterario,
ha scritto in occasione della presentazione, qui ad Agropoli, della raccolta “Concerto
per carta e inchiostro” del poeta Iago.
Per
contattare Iago: iago_sr@libero.it
Per
contattare Annamaria Perrotta: fresiannah@yahoo.it
“Fatemi scrivere altro io non chiedo”. Forse è racchiusa in questa
frase la chiave di lettura dell'opera di Iago “Concerto per carta e inchiostro”. Il testo è ricco di parole che si
impongono, si staccano dal bianco del foglio, parole che scalfiscono, entrano
senza mezzi termini, vivono al di fuori delle pagine. Iago dice, nella nota
introduttiva, che “l’occhio deve saper
ascoltare il movimento dei versi”, in un incontro sinestesico che abbraccia
il lettore.
Te
ne accorgi subito, non solo dal titolo, ma dal ritmo, dalla musicalità dei
versi, in cui assonanze, consonanze e allitterazioni si inseguono con maestria:
le parole e le pause creano onde sonore che spazzano via la muffa degli
eufemismi. Ecco che nel prologo l’autore si presenta, cerca attenzione,
preannuncia un concerto senza esclusione di note, dimostra gratitudine al caro
foglio, sul quale lui scrive un canto di vita, sul quale ogni verso sembra
orientato al rinnovamento interiore . Ma prima di cominciare l’autore riscalda
la voce con lo Scioglisuono, come fa il tenore prima di un concerto. Ed ecco,
saltare dalle pagine suoni e rumori che si inseguono, si scontrano, fanno
capriole nell'aria, in un non-senso che suscita interesse e attesa. Con il
Minuetto e le sezioni successive, si apre un mondo di ispirazioni ed emozioni,
bisogni sussurrati, cantati e urlati, che zampillano dal cuore e diventano
carezze, frecce, schiaffi e abbracci, si percorrono vie inesplorate,
significante e significato si incontrano e si dividono, si abbattono le convenzioni che invecchiano
la mente e il cuore, per un approccio che imponga domande più che risposte.
Iago
è capace di ritrovare nella specificità dei propri mezzi compositivi nuove
possibilità formali ed espressive. Il bisogno del poeta di esprimersi, esonda
dalle pagine ora con cadenza lenta, ma costante, ora con impeto che frastorna,
scuote e disturba. Lui stesso definisce il poeta come un “acerrimo disturbatore
di normalità”. Contro
la sordità e la cecità intellettuale e morale, il poeta spesso si ritrova solo,
con l'anima colma di vita, ha bisogno di calarsi nella realtà, senza
compromessi, tuffandosi a capofitto nella natura delle cose, contro gli
specialisti dell’ovvio e del qualunquismo.
“Vedete cari umani è cosa semplice
sentir da dove viene la mia
musica,
piuttosto mi preoccupo per
voi
che sordi come
siete
perdete
note eccelse a più non
posso”.
Il
poeta si muove con determinazione davanti ad una società impegnata in un pogo
collettivo e frenetico, dove mancano validi punti di riferimento, dove
l’indifferenza appiattisce i sentimenti e la compassione diventa pietismo.
“A chi sei figlio, amico? A padre niente e
madre nessuno”
Già
nel precedente lavoro di Iago “L'alibi
perfetto”, il poeta denuncia il naufragio della società contemporanea in
una situazione di stallo, in cui non c’è spazio per la crescita personale e
collettiva. Nel Concerto per carta e inchiostro
ogni aspetto dell'esistenza sembra acquisire dignità attraverso il
battesimo simbolico con l'inchiostro,che dà corpo alla sete di emozioni. Le
parole esigono una grammatica nuova, non codificata, un novello stil novo
capace di stravolgere la retorica delle parole, scuotere gli animi dal
quietismo, che è l’anticamera della corruzione.
“Chi vede non vuole chi ama non dice
ruba la mano distante dal
vero
il foglio non sfoglia sane
figure
sempre vestite di stessa
vernice
quello che serve è liquido
vero
pesante e preciso come la
scure”
Quello
di Iago è il linguaggio poetico del terzo millennio che punta al recupero delle
emozioni recluse, annidate negli anfratti del cuore, che cerca di dar corpo alle vibrazioni inquiete che sono dentro
di noi, che mira a cogliere l’essenza delle cose contro l’ipocrisia delle mezze
misure, perché la poesia, come ci ricorda lo scrittore Erri De Luca “ è pronto soccorso, è botta di
salvezza”.
Perché
leggere Concerto per carta e inchiostro?
Per
tuffarci nella mescolanza delle percezioni, per abituare l’occhio ad ascoltare
e il cuore a ricevere. Per non rimpicciolire i nostri orizzonti e per imparare
a sorprenderci, lavorando su noi stessi senza esclusione di colpi. Per
abituarci al dubbio che è il primo passo per avere speranza.
Annamaria Perrotta
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