Il gelo dentro
Autore: Danilo Cucuzzo
La mattina
era più fredda del solito quando Giuseppe uscì dal portone di casa avvolto nel
suo giaccone impermeabile, con la sciarpa intorno al collo, un berretto di lana
in testa e i guanti alle mani. Non dovette aspettare più di un paio di minuti,
che trascorse a soffiarsi aria calda nelle mani chiuse a coppa davanti alla
bocca, prima che il pulmino svoltasse l’angolo e gli si fermasse davanti. Il
cantiere li aspettava, lui e gli altri quattro passeggeri.
Come sempre
l’aveva lasciata sotto le coperte, un bacio leggero sulla fronte e via, verso
una nuova e sempre uguale giornata di lavoro.
Angela si
sarebbe alzata soltanto un’ora e mezza più tardi, quando si sarebbe fatta una
doccia, avrebbe fatto colazione - una tazza di caffèlatte con tre fette
biscottate - e sarebbe andata lei pure a lavorare; faceva la commessa in un
negozio del centro.
La solita
routine di una coppia sposata da quasi sei anni. Una coppia che aveva ormai
rinunciato ad avere figli, considerati i numerosi fallimenti in tal senso.
Mentre
Giuseppe si dedicava alle solite chiacchiere assonnate che caratterizzavano il
viaggio degli operai verso il cantiere - stessi aneddoti, stesse battute,
stessa noia -, Angela era già in piedi. Contrariamente alle abitudini, si era
alzata dal letto nel momento stesso nel quale il marito aveva richiuso il
portoncino del loro appartamento. Si portò, scalza nonostante il pavimento
gelato, dietro la finestra che dava sulla strada. Appena udì il rumore del
pulmino che ripartiva, non perse tempo e tirò giù dall’armadio due valigie, che
in fretta e furia si mise a riempire con le sue cose. Non poteva, ovviamente,
portarsi via tutto il suo guardaroba, questo lo aveva stabilito già nei giorni
precedenti: i giorni della stesura del piano. Angela era una donna molto
pignola e non era sua abitudine muovere un passo senza averlo attentamente
ponderato. Ci aveva rimuginato su per circa tre mesi, aveva messo sui piatti
della bilancia tutti i pro e i contro che le erano venuti in mente, aveva tolto
il chiodo e aveva visto la bilancia pendere sempre dalla stessa parte.
Finalmente
si decise, se ne sarebbe andata, lo avrebbe lasciato. Non lo faceva certo a
cuor leggero, lo aveva amato con tutta se stessa e, non aveva alcun dubbio in
proposito, provava ancora un sincero affetto nei suoi confronti, ma non poteva
continuare a vivere così. Il fuoco ardente della passione si era spento per
colpa di tutti quei tentativi infruttuosi, l’attesa di rivederlo dopo una
giornata di lavoro non era più tale, solo la routine, ossia un modo appena un
po’ più elegante per definire la noia, caratterizzava le loro giornate, la loro
vita.
“Ho ancora
trentadue anni, sono giovane, posso aspirare ancora a una vita felice”, questo
si disse durante quei tre mesi - “perché devo condannarmi all’infelicità? Gli
voglio bene, certo. Lui mi ama, lo so; Dio mio se lo so ma…”.
Quella
sera, quando rientrò a casa, lei come al solito non c’era, rientrava sempre
almeno un paio d’ore dopo di lui. Giuseppe si fece la sua usuale doccia calda,
poi gli venne sete e si recò in cucina. Sul tavolo, tenuto fermo da un vaso
senza fiori dentro, c’era un bigliettino.
Scritto con
una penna blu, con un tratto indeciso come fosse stato vergato da una mano
tremante, il biglietto diceva: “Amore (cancellato con diversi segni orizzontali
ma ancora leggibile). Giuseppe, vado via, non ce la faccio più. Perdonami, se
puoi.
Angela”
Il calore
abbandonò il suo corpo, sentì il gelo penetrargli fin dentro le ossa, sbiancò e
incominciò a battere i denti, il foglio in mano; la vita andata.
Per contattare
l’autore: daniloc78@virgilio.it
L’inverno del
cuore è certamente mille volte più rigido di quello meteorologico: in questo
racconto di Danilo Cucuzzo si
sommano, ma l’inverno “esterno” è marginale, descritto attraverso i gesti di
routine dei giorni sempre uguali.
Ben più
tremendo è l’inverno che esplode silenziosamente nelle parole finali, cogliendo
del tutto impreparato il protagonista. «Il gelo dentro» è un racconto costruito
innanzitutto sulla precisa descrizione dei gesti di lui e di lei, che
evidentemente vivono accanto ma non più davvero insieme ormai da tempo.
Danilo Cucuzzo “prepara” il lettore con grande abilità al finale: non gli interessa
costruire un effetto sorpresa, che non c’è, ma rispondere alla domanda «Come
reagirà lui?», che si affaccia a metà racconto. Il titolo rimbomba nella deflagrazione
interiore, perfettamente indovinato anch’esso, e sintetizza al meglio l’unica
reazione possibile, dopo l’insopportabile scoperta.
Te l'ho condiviso su FB ...Un bel raccontino, davvero ...."raggelante"... :)
RispondiEliminaGrazie Top, sei stata gentilissima :)
EliminaDanilo
Bravissimo, in poche righe hai descritto due vite, due atmosfere, un ekemento che va a spezzare l'equilibrio.
RispondiEliminaMa non avevo dubbi sulle tue capacità !
Un saluto per te,
m.
Grazie mille, sono contento ti sia piaciuto!!! :)
Eliminadanilo
*elemento, sorry :)
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