Rebecca l’allodola bianca
Autrice: Monica Fiorentino
C’era
una volta una giovane allodola dal manto bianco e gli occhi di una cangiante
tonalità viola scuro, di nome Rebecca.
Dal becco
curioso, fiera e caparbia, schiva nei modi, freddi e pungenti, storpia di un’ala,
l’uccello viveva muovendosi goffamente da un luogo all’altro della steppa
perennemente fuori dal proprio stormo, sfuggente e solitaria.
Modi i
suoi che aveva acquisito quando ancora piccina, era finita col cadere in una trappola
posta alle radici di una quercia, ben nascosta sotto un cumulo di foglie,
perdendo per sempre l’uso di una delle ali; trasformandosi in una creatura
claudicante e malferma, dall’andatura ridicola e grottesca, di colpo più un
peso che un sostegno per gli altri fratelli, il cui volo non era mai più
riuscita a seguire allo stesso modo, preferendo tirarsi in disparte senza
causare danni, costretta dal suo handicap a piccoli tragitti e soste piuttosto
frequenti.
Definita
sin da subito per questo suo difetto col nome di diverso, imparando ben presto a fare da sola, sentendo nel proprio cuore
il disagio dinanzi a quegli occhi indagatori, che senza mezze misure
sottolineavano la sua differenza mal sopportandola, plasmando dentro di sé un
carattere scontroso e taciturno.
E
rifugiandosi nella solitudine delle rocce, l’allodola, chiusa nel suo mutismo, non
aveva altra gioia che quella di riempirsi dei colori del creato sanando così la
sua anima ferita, senza permettere ad alcuno di avvicinarsi.
Nemmeno
al dolce Tiziano, pettirosso dagli occhi d’ambra, che tante volte aveva cercato
di rivolgerle la parola, ricevendo per tutta risposta solo il frastuono
indispettito della sua unica ala sana a farlo allontanare, a dimostrazione di
quanto lei fosse desiderosa di starsene da sola, senza arrecare disturbo a
nessuno.
Ma una
notte mentre era intenta a vagare in cerca di cibo, udendo degli spari fendere
l’aria, il cuore di Rebecca trasalì di botto.
“Sono i
cacciatori!” udì la voce del pettirosso affiancarsi di colpo “E sono anche
molto vicini!” le fu subito accanto, fiutato il pericolo “Corri! Vieni con me!
Conosco una grotta qui vicino, lì saremo al sicuro!” la esortò.
Ma lei
furiosa gli trillò contro “Vai tu! Io ci impiegherei troppo tempo e rischierei di
far catturare anche te!”
Ma
puntando le zampette, ad ali serrate, lui fu irremovibile “Non senza di te!”
Stravolta
a quella reazione, lei frullò le piume con ferocia “Ma se ci catturano, tu
morirai!”
Raspando
il suolo con le unghie lui annuì convinto“Lo so!”
Balzando
di colpo a quelle parole, Rebecca, adoperando tutta la sua forza cercò di
drizzare il volo, aprendo la sua ala sana, spiegandola per intero “Ti seguo!”
Ed
insieme presero ad arrancare per la
Foresta, di ramo in ramo, fronda in fronda, mentre gli spari
li inseguivano, e Tiziano risoluto teneva costante il suo volo, senza perdere di vista un attimo la compagna, muovendosi al
suo stesso ritmo, facendosi strada lungo l’impervio percorso, fermandosi a
tratti a tirarla una spanna più su, fino a raggiungere insieme il profondo
della grotta, col cuore a mille.
“Grazie!”
sussurrò a lui nel buio, l’allodola sfinita, e il pettirosso accoccolandosi
sotto il suo fiato annaspò di un unico respiro “Ce l’abbiamo fatta!”
I due restarono
per tutta la notte nella caverna al sicuro, stretti l’uno all’altra, e al far dell’alba
non si separarono mai più.
Monica Fiorentino ci regala una piccola favola moderna dai toni delicati, anche se gli
argomenti che affronta (la solitudine del “diverso”, la violenza gratuita) sono
tutt’altro che semplici. «Rebecca l’allodola bianca» è una storia edificante
che però non cede alla banalità delle frasi fatte; al contrario, ci invita a
saper guardare al grande valore della “piccola” quotidianità, perchè solo in essa è
possibile un reale riscatto dal dolore altrimenti impensabile. Il pettirosso non è “il
cavaliere senza macchia e senza paura” di improbabili favole, ma una figura
reale, concreta, che va oltre il dolore e la paura grazie ad un gesto
coraggioso alla portata di tutti.
Monica Fiorentino ci racconta tutto questo con un’attenzione ai particolari originale,
marcata, e un’autentica “energia creatrice” che passa al lettore in tutta la
sua intensità.
Per contattare
l’autrice: angelo.dicarta@libero.it
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