Proprio in agosto giungono a
maturazione le nocciole. A Caprarola, sui Monti Cimini, nel Lazio
settentrionale, le si festeggia con una sagra che si svolge alla fine del mese.
Il nocciolo era un albero magico per i Celti che gli avevano dedicato nel loro
calendario arboreo il mese compreso fra il 5 agosto e il primo di settembre.
Il frutto del nocciolo, ben
protetto dal guscio, simboleggiava per loro la saggezza interiore. In tempi
mitici, in Irlanda vi era una sorgente, detta pozzo di Connle, sopra la quale si piegavano i rami dei nove
noccioli dell’arte poetica: si diceva che mangiandone i frutti si acquisisse
bellezza e conoscenza.
In una favola inglese un medico
ordina a un uomo di nome Farquhar di
procurarsi una bacchetta di nocciolo simile alla sua e di recarsi con una
bottiglia davanti all’ingresso della tana del serpente bianco che vive presso
un nocciolo. Catturato il serpente facendolo entrare nella bottiglia, Farquhar accende un fuoco con l’albero,
fa bollire il rettile in una pentola e poi lo mangia. Acquisisce così la
scienza universale e diventa un medico infallibile.
Tuttavia il nocciolo aveva anche
altre qualità. Le fate delle nostre favole intagliavano le loro carrozze in una
nocciola, immagine botanica della luna, della Grande Madre che protegge la vita
sulla terra. Per questo motivo è anche simbolo di fertilità, tant’è vero che in
passato alle nozze si distribuivano noci e nocciole come augurio di fecondità.
Si dice infine che il legno del nocciolo abbia il potere di rivelare tutto ciò
che è celato. Un suo rametto biforcuto, usato ancora oggi dai rabdomanti, da
sempre è servito come bacchetta magica e ha permesso – così perlomeno si
racconta – di individuare criminali e ladri.
(tratto da “Lunario” di Alfredo Cattabiani)
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