L’ARTE RESTITUISCE ALLE COSE LA LORO SOVRANITA’ INIZIALE
La scintilla destinata ad estinguersi nella Luce è l’anima, frammento impercettibile, immisurabile della nostra vita e così potente da regolarla in tutti i suoi aspetti. Pur non potendo essere rilevata e vagliata è eterna, indistruttibile filo che raccoglie perle di esistenze, apparentemente precarie, che nascondono tutte ed ognuna lo scopo finale che non si può prendere con la mente, né col cuore né con tutte le facoltà dei sensi umani .
La scintilla destinata ad estinguersi nella Luce è l’anima, frammento impercettibile, immisurabile della nostra vita e così potente da regolarla in tutti i suoi aspetti. Pur non potendo essere rilevata e vagliata è eterna, indistruttibile filo che raccoglie perle di esistenze, apparentemente precarie, che nascondono tutte ed ognuna lo scopo finale che non si può prendere con la mente, né col cuore né con tutte le facoltà dei sensi umani .
Nel frastuono della quotidianità, nell’impeto di raggiungere le mete, ci vediamo ed ascoltiamo rivestiti di corpo provvisorio, per raccogliere e lasciare il frutto non periscibile dell’esistenza: seme di future iniziazioni.
Come albero dalle molte stagioni, ci portiamo addosso i cerchi. del tempo, comprendendo le ere della nostra Ininterrotta esistenza e, a volte, la nostalgia ci porta a rivisitarne i luoghi, ma dobbiamo risalire in superficie per respirare ed andare oltre.
Vi è una catena che non si spezza mai ed è quella dei desideri che sopravvivono e di vita in vita cercano la loro via, attirati verso un’ indecifrabile realizzazione.
Nulla è più desiderabile dell’irraggiungibile, dell’increato, nulla è più emozionante dell’intangibile, dell’inconoscibile.
Abbiamo mani che tendono le dita verso possibili profili e crescono col desiderio di toccarli, nell’indefinita sfera dell’inesistente.
Abbiamo occhi che scrutano il vuoto e le oscurità impenetrabili perché una voce sottile, flebile, ma insistente ci sfida a procedere e ci attrae verso l’indefinito.
Abbiamo piedi che guadano un fiume incerto e di sasso in sasso procedono , sempre col timore, ma attratti da qualcosa di più forte che lo supera: il desiderio di raggiungere qualcosa che non conosciamo, ma di cui conserviamo una coscienza velata di intraducibili profezie prenatali.
A tutti gli esseri è stata data la possibilità di coniugare quest’attitudine, portando a galla l’increato: un’attitudine divina, miracolosa nella multiformità delle sue espressioni.
Non vi è elemento che non sia duttile a questa trasformazione dal pensiero alle sue derivazioni materiali, preposte alla multiforme rivelazione del proprio incoercibile divenire.
L’ARTE, sublime nel dispiegare, nel rivelare, nel coinvolgere tutti i sensi umani e nel contempo di produrre il desiderio di superamento dell’opera compiuta è la maggiore forza propulsiva verso il senso infinito della creatività.
E’ l’apertura alla comprensione della realizzazione di infiniti mondi, è la suggestione affascinante di costruire qualcosa di vivo, di persistente, oltre la forma visibile, di qualcosa che passa, ma diviene canale di compimenti graduali e senza fine.
L’ARTE rende visibile l’invisibile, che per’altro esiste da sempre e per sempre nella sfera eterna della creazione divina.
L’essere implicati in un processo creativo ci conferisce conoscenze altrimenti inesperibili, perché il pensiero che plasma, che traduce, imprime nella materia di cui è espressione nient’altro che la propria perpetua multiformità nel ricrearsi.
A tutto possiamo sfuggire meno che alla vita che ci plasma e ci riplasma, nell’incoercibile Amore che fa di ogni più piccola e misera parte il Suo tesoro.
E’ in questo progetto d’Amore infinito che ha creato ogni cosa in grado di ricrearsi, l’ansia della perpetuità dell’Arte ch’è ansia di trasmettere Amore in un ciclo senza fine, di fare di un nulla una cosa esistente.
Guardiamoci nell’agire e vedremo il miracolo continuo della realizzazione di quel che operiamo e non la sfibrante routine e scopriremo la divinità ch’è in noi e che ci muove a compiere continui prodigi.
Allora, ogni piccolo gesto a cui restituiremo la sua sovranità iniziale, ci riempirà della vera delizia per cui è stato creato e quel Nettare degli Dei di cui si parla, altro non è che restituire alle cose il loro iniziale sapore, la loro primigenia fragranza per sperare di sopravvivere in una dimensione per cui non si debba fare alcun male ad altre creature viventi, ma accettare ciò che la Natura rilascia spontaneamente, bastevole a sostenere, centuplicata, l’umanità attuale.
E’ lo Spirito delle cose che siamo riottosi ad inglobare che ci tiene lontani dall’immortalità.
E non vi giungeremo con le mani sporche e menti fallaci, che progettano l’estinzione delle forme viventi, che giustificano i massacri, che rimuovono le enormi catastrofi programmate dai nemici della vita.
La vita così come viene generalmente vissuta è un insulto all’Amore di Dio che ha creato tutto per Amore e solo per Amore.
L’ARTE ci guida a creare, mai a distruggere!
Onore e gloria a tutti gli ARTISTI e che sappiano dotare di Parola le loro opere, rendendole accessibili alla comprensione interiore di tutti gli esseri viventi per la loro evoluzione nei piani superiori dell’esistenza e che questa Parola si avvicini alla Parola creatrice per conseguire lo stesso fine di perfettibilità dell’elaborazione dell’intero opificio creativo ch’è questo mondo.
Anche quando crediamo di astrarci dall’opera creativa essa respira dentro di noi, ci lascia liberi per poter averne nostalgia e conferirci oltre la conoscenza superficiale e momentanea, legata alle emozioni, quella profonda, multispeculare e tentacolare, capace di diramarsi, moltiplicarsi, nell’inesprimibile desiderio di ogni cosa creata di raggiungere la propria eternità.
Angela Furcas
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