La musica del
Bardo
Autore: Enrico Barigazzi
Per
castelli e borghi
ho girato
solo il peso
di ghironda
e liuto
sulle spalle
a
proteggermi
da neve,
pioggia
ed altri
capricci
di nostra
signora
Natura.
Ho cantato
gesta di
cavalier
dei
perigli
delle
guerre,
avide
conquiste
di sovrani
senz’anima,
magnificato
la bellezza
di regine
e principesse
di
splendore vestite
celando
con
le note
l’amarezza
degli
occhi loro
e la pena
mia
per quei
fiori
colti
da
siffatta brutalità.
Mille
cortigiane
ho invitato
al gran
ballo
d’amore,
corpi
voluttuosi
han
appagato
la mia
fame
dilatando
la pena
solitaria
del mio
cuor.
Di
villaggi
povera gente
ho amato
la
semplicità
d’ascolto
alle mie
novelle,
commosso
il
genuino
affetto
d’uomini e
donne
senza
grossi
ma con
reciproca
fatica e
dedizion
sorelle
loro.
I miei
istrumenti
d’accompagnamento
furon
alle marce
della
lega della
scarpa*
prodromi
di battaglie
figlie di
un vento
prevaricatorio
fratello d’avidità.
Musica mia
giace
silenziosa
nel
profondo
della
Foresta Nera,
non
distante
da
Friburgo di Brisgovia
l’incantevole,
trafitta
da frecce
d’abbietto
nobile
imbellettato
e benedetto
gonfio d’orgoglio
per il suo
aver
povero.
*
Coalizione dei contadini rivoltosi nella Germania meridionale (1493-1517)
Per contattare l’autore: barigazzi.enrico@virgilio.it
Immagini,
tensioni, profumi antichi si affacciano in questa poesia di Enrico Barigazzi che ne potenzia l’effetto
utilizzando anche espressioni e parole oggi desuete. Il Bardo ricorda un mondo scomparso
governato, però, dagli stessi sentimenti e pulsioni che guidano gli uomini di
oggi. È un canto meraviglioso e dolente, il suo, evoca con tutta la forza che
possiede chi quel mondo lo ha attraversato con attenzione.
Enrico Barigazzi si fa “portavoce di un portavoce”, grazie alla “magia” della poesia, che
ancora una volta annulla le distanze fisiche e temporali con poche parole.
“La musica del
Bardo” è godibilissima composizione, insolita eppure molto fruibile; è
sufficiente entrare in sintonia con il ritmo di questa voce che attraversa i secoli,
per udirne ancora il suono. Descrive ciò che è stato, che è e che sarà, travalicando
i confini: possibilità aperta solo all’arte.
Dello stesso autore: Il dolore di esistere
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