Pasca Bufanìa (Pasqua Epifania) corrisponde all’Epifania, 6 gennaio, nella tradizione cristiana celebra la manifestazione della divinità di Cristo ai Magi, oggi la Befana, per una logica consumistica, porta i doni ai bambini, nella cultura contadina del Cilento è il giorno nel quale le anime dei morti lasciano definitivamente la terra. Un vecchio adagio recita: Tutte li Pasche jéssero e benéssero, ma Pasca Bufanìa nu’ benésse mai!
Altre, infatti, erano le ?Pasche?: Pasca re l’Ova (Pasqua delle uova) è la Pasqua di Resurrezione, cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera;
Pasca ri Juri (Pasqua dei fiori) si collega alla Pentecoste, che cade cinquanta giorni dopo la Pasqua di Resurrezione.
La natura e le tradizioni religiose erano intrecciate tra loro, nella civiltà contadina. I riti religiosi venivano a coincidere e a scandire i ritmi della natura legati alla fertilità dei campi, alla raccolta. Le tre ?Pasque? del percorso liturgico costituivano altrettanti momenti di celebrazioni dentro la terra e fuori le mura, nella campagna. Le processioni religiose in campagna diventavano un ideale ricongiungimento alla terra che dava sostentamento.
Altri proverbi recitano:
Cu la pasca Bufania tutt’ ‘e feste porta via.
A Pasca Bufania nun se naspa e nun se fila, nun se mette ‘o pettine ‘ncapa, nun se mette ‘o filo all’ago
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