Ecco le poesie, introdotte da brevi
commenti, scritte dalla poetessa e scrittrice Annalisa Miceli di Salerno, in
occasione della presentazione del saggio “Il cubo di marzapane” di Christina
Caflish presso la Libreria L’ArgoLibro ad Agropoli.
Cliccate qui per vedere le foto dell’evento.
Durante la manifestazione le poesie sono
state lette dagli scrittori Lara Beretta e Fulvio Fapanni di Palazzolo sull’Oglio
(Brescia), autori del romanzo “Il gregge sulla neve”, presentato mercoledì 25 giugno,
sempre presso la Libreria L’ArgoLibro (qui le foto).
Una
donna, una moglie, una mamma. Il corpo femminile è chiamato ad essere varie
cose. Ma non di solo corpo può vivere, quando gli si presentano situazioni
ignote, misteriose, intoccabili. Come fronteggiarle? Con risorse che chiedono,
per uscire, un nuovo inizio: partire per terre lontane si può, se si ha il
coraggio di cancellare le illusioni
della mente e accordare la sensibilità al ritmo della vita che galoppa sulle
onde.
Momenti di donna
Nel corridoio dell'anima
vaga
stentoreo
l'eco
dei tuoi pensieri
sperso
nel
movimento lento
di
un rosso sbiadito
al
tatto
del
sapore notturno.
Va sul timpano
che
vibra
tra
montagne d'aria
e
rincorre in fretta
un
brivido arruffato
sulla
polvere
in
fuga nel vento.
Stretto
in
una scintilla di ghiaccio,
entra
dietro
la parola
e
ascolta
il
ritmo piatto
dell'inverno
folle.
Si sta sciogliendo.
Ti dipinge le mani e il viso
dell'odore
acre
di
una pelle umida.
Sfugge
in
un ventre gonfio
e
lentamente muore
partorendo
un canto.
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Il ventre
materno si gonfia di amore, dà per scontata la salute del neonato che, spesso,
è rifiutato se risulta non essere, da subito, un cigno. Può diventarlo nel
tempo, se la tenacia del gruppo stretto intorno a lui, è deciso per svezzarlo
come rondine, fargli spiccare il volo come colomba e ballare la canzone della
vita con la vitalità addormentata dietro il suo sipario di dramma ingigantito
dall’ignoranza, la cupidigia e la superficialità del disamore.
Diaframma
Non
era di pane
quella
fame che chiedeva
il
volo alla colomba
col
richiamo materno
di
ramo in ramo.
Era
una preghiera
tra
stole di piume
e
dettagli di sole
all’usignolo
per
gonfiargli la voce
col
ritmo della vita
che
chiede solo amore
e
battezzare
i
gemiti del suo colore
nei
vagiti
che
l’aria spande
nel
giorno neonato.
Sfonda
la notte tagliente
il
suo riflesso
di
voce bambina
e
spinge
la
bellezza della terra
gravida
di stelle,
nella
posa quiete
di
una cicogna luna.
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La migliore
terapia del bambino affetto da patologia, è il gioco che solo l’amore rende
efficace alla massima potenza. Seminare pazienza e determinazione infiniti,
senza lasciarsi andare ai problemi, anche quando si è soli, e circondarsi di
pochi professionisti competenti ed umani, facilita il recupero e dona risultati
oltre le aspettative con l’invidia di chi sperava nel fallimento e con la
vittoria del sacrificio.
Il
gioco delle stelle
Bambino,
sei
tu?
Quell’astro
che nasce ogni ora
nel
centro soave del mondo
cadendo
nella nuova stagione
con
coriandoli di emozioni nuove.
Il
pierrot malinconico
incredulo
torna
a palpitare
con
un violino stonato
che
ha il suono sicuro
della
sua anima bianca.
Lo avvolge lieve lo spazio
e lo esalta su una cometa
diretta
alla sorgente dello scherzo
per
ridere
al
ritmo del sole
che
accarezza le sue lacrime.
Sfiora
il suo spirito
stampandolo
a colori
sulle
ali di farfalle, licheni e gabbiani.
Risveglia
il gioco delle stelle
che
si rincorrono sull’asfalto
su
dischi di neve
e
contagiano il suo sorriso
rinchiuso
nel
castello di un re jolly burlone.
Come
faro
Il
suo palmo s’accende
a illuminare il cuore del cosmo
che
disteso su un cuscino
gioisce
e soffia
su un orsacchiotto di peluche
che
felice s’inchina
agli
applausi della vita.
Per contattare l'autrice: lisapoetry@virgilio.it
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