La morte della Luna
Il giovane lento avanzava nel buio della notte
collo sguardo assettato di vendetta e col fuoco tra le mani
che freddo sembrava in confronto alla rabbia del ragazzo,
che alla Luna aveva confidato i suoi segreti
e funesto divenne quando venne a sapere della sua imminente
morte.
Finalmente egli venne al lago ove lei risplendeva ancor
timida,
ove lei ancor per poco risplendeva timida,
ed evitando che qualunque altra luce la ostacolasse,
spense la torcia e si mise a pregare,
pregare la Luna di rimanere con lui ancora, anche dopo
quella nera notte.
<< Dove sarai quando la luce del giorno mi travolgerà?
Dove sarai quando la realtà tornerà a pesarmi come una
maledizione?
Tu, mia musa, per chi altri brillerai?
Per chi altri scaglierai la tua luce nel fantastico palco
della notte?
Resta con me una notte ancora, una notte che duri il tempo
della mia vita>>.
<< Per chi altri canterai mai, tu,
giovane amante di una vecchia musa?>> disse la Luna.
<< Il tuo canto non è vano.
Voi, uomini, sappiate che nel cielo più buio noi brilleremo,
noi, spettri del ricordo di una notte lontana>>.
<< Tutti incoscientemente vogliono il sole,
ignorando il valore del buio, credendo di poterlo
dimenticare.>> disse il giovane.
<< Dicono: il nostro fuoco, il nostro terrore che
brucia,
che noi abbiamo sconfitto e con serenità dominiamo
spegnerà le stelle e mai più saremo costretti a
comprendere.>>
<< Qualunque loro tentativo, ragazzo, è vano.
Loro, uomini, imparino che nel cielo più buio noi
brilleremo,
noi, voci che cantano nel tetro scenario della
notte.>>
Ed il corpo del giovane si fece oscurità,
in modo che lui, meno accorto d’altri, potesse capire meglio
la luce nel suo cuore.
Per
contattare l’autore:
giacomo.ettore_ferrari@yahoo.it
Dello stesso autore: Una
lacrima in un sogno
La scrittura di Giacomo Ferrari è particolarmente affascinante, aperta com’è ad un “senso
epico” che si percepisce immediatamente e che l’autore sa mostrare e
assecondare grazie a una particolare capacità di linguaggio.
Lo struggente dialogo tra la Luna e il giovane è
denso di significati; riporta il lettore ad un’età – persa nella notte dei
tempi – rivolta alla semplicità dell’essenza.
Giacomo
Ferrari attinge all’ “intima
capacità” del poeta che sa ascoltare e illustrare una voce che non gli
appartiene direttamente. Ci sembra quasi di vederlo, in disparte e attento, in
questa notte dolorosa ma infine rasserenata dalla luce di una nuova
consapevolezza.
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