Dinanzi
al Colosseo
Finirmi
nella polvere del tempo
mi dà la
vita:
è Roma
la mia
culla e la mia tomba.
Altro non
ho
che il
lustro di una pietra,
per cui
morrei dolendomi di gioia.
Per contattare l’autore: gerardomasuccio@live.it
Gerardo
Masuccio ci regala un’ode alla
sua città molto particolare, come lo è la città stessa, trasudante storia
antica da ogni pietra. I pochi versi della poesia proiettano immediatamente il
lettore in un tempo “antico”, non presente: merito già di quel “finirmi” che
fin da subito manifesta il pensiero dell’autore.
Il Colosseo è pietra ciclica che vive, muore e
rinasce; è immagine che sempre affascina e avvince, ieri come oggi come domani.
Perfetta la chiusa, con la quale Gerardo Masuccio sottolinea come meglio
non si potrebbe un senso di profonda dedizione: la pietra sempre viva è al
centro di un’esistenza che riconosce le sue radici, al di là di una “polvere
del tempo” anch’essa pulsante, in durevole movimento.
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