Ombra
Nella notte
vestita di malinconia,
io vedo il
volto emaciato del giorno,
che si fa
largo nelle sporche vie
e reclama
la sua esistenza più bieca.
Donne
agghindate di vanità si consumano
al
bagliore di una perpetua luce
in una
danza di istinti animali
propiziatrice
di una vana orgia carnale.
Il veleno
ormai amico sfuoca i confini,
e in
questo macabro rito mi abbandono,
incurante
del dolore straziante del risveglio,
incurante
della possibilità di un non ritorno.
Senza di
te la femminilità si estingue,
nel
disgusto degli istanti trovo respiro,
che mi
annerisce i polmoni,
e mi fa
urlare nel silenzio.
Dello stesso autore: Multiverso
Per
contattare l’autore: allegroragazzomorto@hotmail.it
L’ombra di Giovanni Montini è quella della
sera – e poi della notte – quando si fa pesante, prologo di una “perdizione”
che fa scivolare verso il basso. Il poeta dà voce a questa caduta e lo fa con
visioni che legano le figure femminili e maschili a sensazioni soffocanti ed estranianti.
Il rito si fa macabro perché volge le spalle alla
vita, qui intesa come capacità di saper distinguere ciò che è “costruzione” da
ciò che, invece, non lo è. Ed è proprio la femminilità intesa come nascita,
vita, e quindi “costruzione”, a mancare in questa notte greve.
La lucidità poetica di Giovanni Montini si
conferma anche in questo componimento, in cui le dinamiche che guidano i gesti
si chiariscono alla mente del lettore senza che chi scrive le spieghi
esplicitamente: è una delle tante capacità che appartengono all’artista.
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