La
dieta mediterranea non è soltanto un modello alimentare, ma rappresenta un vero
e proprio stile di vita tipico delle aree del bacino del Mediterraneo. Essa è
stata abbandonata nel periodo del boom economico degli anni sessanta e settanta
perché ritenuta troppo povera e poco attraente rispetto ad altri modelli
alimentari provenienti in particolare dalla ricca America, ma ora sta
sicuramente riconquistando un posto di rilievo tra i modelli nutrizionali.
Il
termine dieta mediterranea risale al dopoguerra, quando venne notato che
l'incidenza delle malattie cardiovascolari in Grecia era molto minore rispetto
a quella degli Stati Uniti; fu allora che Ancel Keys, Fisiologo americano,
ipotizzò che questo dipendesse in larga parte dalle abitudini alimentari dei
due popoli. La sua tesi venne supportata da uno studio, iniziato negli anni 50
che mise a confronto lo stile di vita di individui di diversi paesi, cioè
Finlandia, Grecia, Italia, Iugoslavia, Giappone e Stati Uniti. I risultati
dello studio detto Seven countries study
(Studio delle sette Nazioni) confermarono l'ipotesi di Keys, e cioè che
l'incidenza di alcune malattie è strettamente legata al tipo di alimentazione
seguita, e che il tipo di grassi utilizzati ha una grande influenza sull'insorgenza
di malattie cardiovascolari.
Da
allora sono stati fatti numerosi studi e tutti sono a favore dell'ipotesi che
la dieta Mediterranea per il momento è l'unico modello alimentare equilibrato e
valido, adatto a qualsiasi età e etnia, e in grado di diminuire il rischio
delle “malattie del benessere” (obesità, diabete, ipertensione, disturbi
gastrointestinali) e di diversi tipi di tumore.
Nel
2010, la dieta mediterranea è stata proclamata PATRIMONIO ORALE E IMMATERIALE DELL'UMANITÀ (www.unesco.it).
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