Color borotalco
Autrice: Milena Esposito
Quando le
donne, le sole mamme, vanno a dormire, devono avere il coraggio di sbarrare le
persiane sui sogni dei loro bimbi. Intanto, le nuvole spumose sospinte dalla
brezza, che di notte spira verso la terra dal mare, passano in cielo,
silenziose, una diversa dall'altra, a mille a mille. La luna le fa brillare
dall'alto, diventano latte e si mutano in sogni. Fantasmi vagano nel cielo come
il bucato abbandonato sulla fune, dimenticato nella notte. Sono fantasmi buoni:
rasserenano. I bimbi, tra cuscini e coperte, dormono nel nido preparato dalla
mamma o da chi li ama e con occhi chiusi possono immaginare il muto passeggio.
Per ogni nube ci sono voluti mille milioni di secoli di lavorazione e mai il tempo è stato speso meglio! Una di color borotalco appare al piccolo Giulio, che non conosco e che dorme. Una ha la forma di ciambella e profuma di zucchero filato ed è venuta per lui, il bimbo più dolce del paese, mio figlio. Ne vedo una a forma di piuma slanciata, coricata come una sirena accanto al mare, brilla e si spazzola la chioma lunga e rossa, bellissima; la vede, in sogno, una bimba che oggi ha pianto. Viene la nuvola traforata come un merletto per il piccolo Giuseppe, la nuvola azzurra per Martina, la nuvola piccola per Stefania e una di bolle di sapone per il bambino del fornaio; tutti dormono. Però non vedo quelle per i grandi, per le mamme e per i papà e per la maestra ed il dottore, per lo zio e per il salumiere e per tutti quelli che sì son dimenticati di sognare.
Stanno con gli occhi stretti, sdraiati, nelle pose strambe e sconce, tappati nella puzza delle stanze, disdegnano le meraviglie. Nella testa hanno i pensieri dei problemi e dei soldi e delle tasse e della politica e della cattiveria. Pure le mamme ed i papà, poveri cari…
Per ogni nube ci sono voluti mille milioni di secoli di lavorazione e mai il tempo è stato speso meglio! Una di color borotalco appare al piccolo Giulio, che non conosco e che dorme. Una ha la forma di ciambella e profuma di zucchero filato ed è venuta per lui, il bimbo più dolce del paese, mio figlio. Ne vedo una a forma di piuma slanciata, coricata come una sirena accanto al mare, brilla e si spazzola la chioma lunga e rossa, bellissima; la vede, in sogno, una bimba che oggi ha pianto. Viene la nuvola traforata come un merletto per il piccolo Giuseppe, la nuvola azzurra per Martina, la nuvola piccola per Stefania e una di bolle di sapone per il bambino del fornaio; tutti dormono. Però non vedo quelle per i grandi, per le mamme e per i papà e per la maestra ed il dottore, per lo zio e per il salumiere e per tutti quelli che sì son dimenticati di sognare.
Stanno con gli occhi stretti, sdraiati, nelle pose strambe e sconce, tappati nella puzza delle stanze, disdegnano le meraviglie. Nella testa hanno i pensieri dei problemi e dei soldi e delle tasse e della politica e della cattiveria. Pure le mamme ed i papà, poveri cari…
A volte
però, una nuvola argento e oro, scappa dal sogno dei piccoli e vaga illuminando
le stanze e profumando l’aria di zucchero, cannella e borotalco e caramello e
cipria ed anche i grandi al mattino hanno memoria di una briciola di benedetta
infanzia.
Per contattare
l’autrice: poeta@animapersa.net
Milena Esposito sa comunicare con grande efficacia
il “senso impalpabile” del sogno, con un linguaggio un po’ fiabesco un po’
visionario, trasmettendo con leggerezza un messaggio importantissimo: gli
adulti non sono “superiori” ai bambini, tutt’altro. Hanno deciso – chissà
quando, chissà perché – di costruire un mondo basato sul conflitto e quindi
sulla sofferenza, e questo ha ben poco da spartire con la (vera)
intelligenza.
«Color borotalco» ci parla di nuvole e al tempo stesso di aria stantìa
nelle stanze: ci invita a notare la differenza, facendosi carico di una
rivoluzione interiore sempre più necessaria. Non c’è condanna, però, nei toni
leggeri che si snodano, perché anche la condanna farebbe parte della “puzza
delle stanze”.
Milena Esposito possiede certamente il dono della “visione
bambina” delle cose: gli eventi aprono a possibilità che solo i bambini sanno
cogliere, e chi ha conservato il loro sguardo. Tra tanti altri, l’arte ha anche
questo compito: restituire il senso di meraviglia, quella “briciola di
benedetta infanzia” che non va mai dimenticata.
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