“GEMME DEI MIEI SMERALDI” DI
SANTO CONSOLI
Ogni Poeta ha la sua personale visione
del mondo, il suo contatto con ciò che lo circonda è esclusivo ed irripetibile
e le parole che interpretano le sue sensazioni salgono dal cuore e si
raccolgono sulla carta, secondo la magia che le ha evocate.
La Poesia è uno dei più sicuri
strumenti di salvezza dall’omologazione, perché ti guida per i sentieri della tua anima,
sconosciuti persino a te stesso, anima che non ha pari né eguali in tutto l’Universo.
Ognuno deve mantenere la sua sacra ed inviolabile diversità.
Ogni Poeta è unico e benché Santo Consoli abbia scritto 26 libri, il suo è un
canto dalle note fresche, dalle melodie che, pur ricalcando esperienze vissute o
immagini già viste, si producono nelle volute del momento di grazia che lo
sprona a scrivere.
Con l’andare del tempo, la
richiesta d’amore si fa sempre più pressante ed il cuore di ognuno è
insaziabile perché é un dono dell’Amore di Dio e conosce felicità impraticabili,
durante la nostra fugace permanenza sulla terra.
Non è possibile nel mondo mortale
vivere appieno un sentimento che invoca eternità.
Come si fa dolente questa
richiesta, con gli anni che passano, nostalgici dei tempi del primo batticuore,
più rarefatta la speranza, più consapevole la mente della fugacità dei giorni,
più umili nella ricerca, piegati dalle delusioni, dalle occasioni mancate, da
sentimenti non corrisposti.
Sferzati dai venti contrari, da
condizioni anomale, non sempre si ha la forza di proteggere questo messaggero alato che, non riuscendo a
nidificare a lungo, si ritira nelle sue eteree magioni, lasciandoci in un
irrisolvibile sconforto.
Ma la Poesia sa cogliere i
barlumi annidati nella memoria o le scie
accese nel cielo della speranza da uno sguardo, da una parola, da un cenno.
E allora si raccolgono questi
preziosi annunci, come “GEMME DI SMERALDI”, da incastonare nelle filigrane dei
versi.
Ricordiamo nel leggerli di
accoglierne la trasparenza, la luce, la bellezza con cui li ha preannunciati.
Lasciamoci attraversare dalle
mille iridescenze dei frammenti di felicità perdute, perché l’amore vola e non sta
al passo con chi vorrebbe ghermirlo per sempre e rapirlo ai suoi mondi di soave
leggerezza, per farne uno schiavo dei
propri desideri.
L’Arte è un compenso per chi è
privato del suo paradiso e concede di condividere con molti altri cuori la
propria infelicità, perché l’amore è un sogno da cui ci si sveglia, prima o
poi.
Un libro, però, può raccogliere, come
uno scrigno, le emozioni più squisite o le delusioni più cocenti, per
condividerle con gli altri, perché c’è molto sollievo nel sentirsi accomunati
dalla stessa sorte.
Quante cose e quanti momenti ha
racchiuso in questo libro l’Autore! Quando si scrive tanto e a lungo si ricerca una sintesi dell’elaborazione poetica e si ritrovano emozioni nuove e passate, raccolte come frutti di uno stesso albero.
La Poesia deve vestire i panni dell’ufficialità, ma a chi sa leggere
tra le righe sarà possibile giungere al pianto segreto o all’esaltazione di un felice
ricordo nella loro pienezza e sentire la propria vita in quella del poeta che getta la maschera per denudare il cuore.
Non è ipocrisia quella di chi non
si racconta, è timore di rivelare quel poco che sa di sé, di contro alla
grandezza indicibile che gli preme dentro o alla paura del giudizio.
La Poesia ci aiuta a dirci, a
raccontarci,a conoscerci, a rielaborare le situazioni gradevoli o meno, ma
innanzitutto è un canto dell’anima ai vari volti della Bellezza della vita, che
non perde il suo fascino, nemmeno quando volge lo sguardo lungi da noi,
perché riesce a rendere preziosi e
indimenticabili anche quei momenti.
Chiunque intinga la sua penna per tradursi in versi lo fa con la segreta speranza di tramandare ai posteri i passi del suo processo di trasfigurazione dinanzi al miracolo dell’esistenza.
Chiunque intinga la sua penna per tradursi in versi lo fa con la segreta speranza di tramandare ai posteri i passi del suo processo di trasfigurazione dinanzi al miracolo dell’esistenza.
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