Palazzo Civico delle Arti
Via C. Pisacane (Ex Pretura, zona Porto)
Agropoli
(SA)
Fino a lunedì 17 dicembre, sarà visitabile la mostra fotografica «Donne nell’anima» di Francesca Massa, a cura di Antonella Nigro.
Fino a lunedì 17 dicembre, sarà visitabile la mostra fotografica «Donne nell’anima» di Francesca Massa, a cura di Antonella Nigro.
Orario al pubblico: 10,00/12,30 – 16,00/20,00
L’amore
delle anime
La
fotografia di Francesca Massa
di Antonella
Nigro
Francesca
Massa, nei suoi studi fotografici, predilige l’analisi della figura femminile,
un tema articolato che si carica di numerose sfaccettature, allegorie,
citazioni. E’ un’indagine accurata che presenta immagini che sono immediate
declinazioni di questo complesso mondo: la sposa, la figlia, l’amica, la madre,
la modella. L’artista lavora spesso sul dettaglio e su alcuni rimandi
essenziali quali l’ombra che diventa, a volte, la vera protagonista dell’opera.
Tagliata ferocemente o accarezzata con dolcezza dalla luce, l’ombra si carica
di valenze importanti e chiaramente interpretative dell’immagine proposta:
insondabile abisso di un sentire femminile delicato e inquieto, momento di
solitudine cercata, specchio del sé. Anche la più recente ricerca di Francesca
Massa procede nell’approfondimento della tematica “donna” attraverso un nuovo
ma perpetuo elemento: l’acqua. In quest’ultima ricerca misteriose creature,
avvolte da leggerissimi veli, fluttuano armoniose: novelle naiadi sono
magicamente ritratte, quasi sorprese, in una danza segreta e incantatrice e
trascinano, con la loro malìa, l’osservatore in un mondo sconosciuto costruito
sull’assenza del rumore, sulla mancanza del caos. E’ il silenzio la condizione
privilegiata che predispone al prodigio, che apre il cuore alla rivelazione,
che consente lo scambio tra l’umano e il divino. Un oblio nel quale, per
assurdo, non si perde la latenza, la memoria, ma si ritrova il senso
dell’esistenza proprio attraverso l’archetipo, attraverso il sacro, attraverso
l’arcano presente in ognuno. Eccole, dunque, le temute e amate sirene, eccole
coloro che danno la morte attraverso il canto, eccole le creature primordiali
prive dell’anima alle quali non è possibile resistere. Sono loro, controverse
bellezze, che accompagnano i defunti nell’Ade e li confortano con la loro
splendida voce, sono loro capaci di amare fino al dolore, fino alla loro
dissoluzione in spuma del mare. Magnifiche figlie della seduzione della Nereide
e, al contempo, della dolcezza dell’Ofelia shakespeariana, entrambe perdute per
sempre nel canto. L’acqua, simbolo del femminile per eccellenza, della vita,
della creazione, della sacralità, della purificazione è anch’esso elemento
duale poiché rappresenta anche l’annegamento, il diluvio, la morte. Una scelta,
dunque, assai difficile nelle tematiche affrontate e nella loro realizzazione
iconografica tesa, sempre, ad una rappresentazione cosmica ed universale dell’unione
degli opposti. Quest’ultima osservazione, si può notare nell’attenzione che
pone l’artista a non mostrare mai il volto delle sue creature marine,
frequentemente confuso tra i ritmi cangianti dei veli o nascosto tra i gorghi
risalenti e cristallini di moti impertinenti: fattezze e identità negate perché
rappresentazioni dell’intera umanità celata nel mito. In queste letture
rarefatte e sublimate dall’intangibilità dell’acqua e dal fascino della
diafanìa, ritornano le suggestioni di Franco Fontana e dei suoi nudi affioranti
in segmentazioni dorate che rendono i corpi simili a preziosi mosaici
bizantini; di Andrè Kertèsz e del suo elegante Nuotatore,una delle
fotografie più famose del Novecento; di Pietrzok Wolfgang e dei suoi studi
attraverso lastre di vetro ove fondamentale è la tensione fotografica fra
immagine nitida e indeterminata, tra impronta e trasparenza per donare ai corpi
una leggerezza che ricordasse una danza. Per questo senso d’intangibilità, di
sottile e astratta emozione, le immagini di Francesca Massa figurano e
trapelano di un incanto definibile come “l’amore delle anime”, lo stesso titolo
della famosa opera pittorica di Jean Delville, nella quale due splendide ed
eteree figure intrecciano voli nell’antigravità soffusa e iridata.
Sito di
Francesca Massa clicca qui
Nessun commento:
Posta un commento