lunedì 3 dicembre 2012

Lunedì Poesia - Luca Carboni





Geometria dei commiati

Autore: Luca Carboni

Io so la geometria dei commiati.
Solo mi è amara pena
questo universo tuo, strano e malato.
Tutto fu in altri tempi.
Forse sarà tutto di nuovo
pezzi di specchio d’un viso qualunque.

Era notte allora, notte sporca
di addii e la banalità del nero
gemeva preludi di pietà.
Ora che detesto il passato,
la noncuranza del non-ti-scordar-
-di-me non m’è di conforto.

E scendo dove i sentieri si biforcano,
rami curvi e sagome indolenti
e un tintinnio di cembalo nella mente.
Il colore del mare appassito
come la vita che più non m’ama
sbiadisce triste se qualcuno mente.

Per contattare l’autore: garboz@alice.it

Anche Luca Carboni ci fa immergere nel variegato universo del distacco, dell’addio. Un distacco subito, in questo caso, capace di influenzare pesantemente la vita a venire. Quell’ “io so” non basta per evitare il dolore, persino quando il distacco viene inteso addirittura come “scienza”, in quanto tale dotata di regole conoscibili.
I versi di «Geometria dei commiati» scaturiscono da una forza che subito nota chi legge: quella che segue al lamento, e l’autore è particolarmente bravo nel saperla descrivere senza parlarne esplicitamente (uno dei compiti, questi, dell’arte, non onorarlo fa inevitabilmente scadere nella banalità).  
Luca Carboni utilizza con bravura e piglio sicuro anche il passaggio da un tempo all’altro; presente, passato remoto, imperfetto, di nuovo presente: il “movimento” che crea non stona, al contrario potenzia ulteriormente il messaggio. L’epilogo è nei colori che sbiadiscono a causa di un’insopportabile bugia che costringe a scendere agli inferi, ma si può dire che c’è geometria anche nella certezza che tutto sia in perenne evoluzione, anche il dolore.


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