venerdì 14 ottobre 2011

LE 5 MAGICHE DOMANDE APERTE A MAURO MARCONI



Come nasci?
Confesso di avere vaghi ricordi di quel giorno, ma mia madre mi assicura che non avevo una grande voglia di uscire da quel tiepido nido...

Qual è il tuo messaggio?
Non bisogna mai prendersi troppo sul serio.

Di cosa ti nutri?
Fondamentalmente sono bibliofago, ma non disdegno ogni tanto una buona pizza margherita e una birra alla spina.

Chi vuoi ringraziare?
Quei pochi che hanno avuto la pazienza di leggere le mie precedenti risposte...

Che cosa chiedi?
Non ho mai avuto il coraggio di osare tanto.


Nato in una torrida giornata di luglio nell’anno della legge “Merlin” (1958) nella città mariana di Loreto - ma ben presto traslato nella vicina Recanati -, ho frequentato le tanto vituperate scuole statali e contratto quasi tutte le malattie esantematiche nella prima adolescenza. All’ancor tenera età di quattordici anni, l’influsso leopardiano mi costrinse ad iscrivermi al liceo classico dove, tra mille sofferenze – dovute perlopiù ad una scarsa dimestichezza con la perifrastica e l’aoristo –, sono riuscito a diplomarmi con un lusinghiero, quanto insperato, 48/60. Attratto fin da piccolo dalle meraviglie del creato, ho quindi deciso di immatricolarmi al corso di laurea in biologia, ottenendo il relativo titolo di dottore con il massimo dei voti e la lode.
Dopo vari anni di precariato intellettuale in università, tra borse di studio “da fame” e innumerevoli partecipazioni a concorsi in tutta la penisola, ho finalmente azzeccato il terno al lotto conseguendo l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole superiori.
Credo fermamente nell’unità della cultura: la scienza senza la letteratura è come lo champagne senza le bollicine (non so bene che significato abbia un simile accostamento, ma lo trovo di indubbio effetto).

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