domenica 20 luglio 2014

Sonia Malcisi e “Il Gregge Sulla Neve”





Ecco la recensione che la Professoressa Sonia Malcisi ha dedicato a “Il Gregge Sulla Neve” di Lara Beretta e Fulvio Fapanni, L'ArgoLibro Edizioni.
Cliccate qui per tutte le info sull'opera.

Dapprima la narrazione, chiara e ritmata dalla quotidianità della vita di tutti i giorni ti conduce alla domanda centrale che è poi l'obiettivo stesso degli autori: "Di che cosa si nutre la narrazione?" Poi ti accorgi che spetta alla parte in poesia dare le risposte più profonde su tutte le tematiche suggerite dalle vicende dei personaggi, prima fra tutte: l'autentico incontro d'amore, come momento fondante di tutta l'esistenza. È attraverso l'interiorizzazione di ogni avvenimento che il tempo può essere fermato, per coglierne il senso pieno. È in quest'ottica che tra destino e ricerca, libertà e condizionamenti la ricerca individuale, lunga e tormentata dei due protagonisti viene riflessa attraverso un'attenta analisi dell' anima.
L' introspezione di quelle che si percepiscono come identità maschile e femminile, si contrappone al  veloce, quasi ansioso fluire delle cose , necessità, ripetizioni del vivere quotidiano, come se questa fosse la vera dimensione del vivere.
Invece, la strana commistione del visibile con l'invisibile, del razionale con l'irrazionale, della ragione con i sensi, della premeditazione con la casualità, del terreno con l'ultra terreno, fa sì che ogni momento dell'esistenza abbia le sue ragioni , la propria dignitosa consapevolezza.  
La narrazione si muove velocemente da un punto all'altro grazie alla tecnica cinematografica dei flash-backs e flash-forwards, le descrizioni colgono gli elementi essenziali di atmosfera, sia interni che esterni, la semplicità del parlato forse è qualche volta, troppo scontato, ma quello che si percepisce dall'inizio alla fine è la contestualizzazione  della vicenda in una dimensione senza tempo, dove il faro si  erge come simbolo dominante dalle infinite connotazioni: libertà, ricerca di sé, estraniazione, fuga, ripensamento ecc.
In poche parole, il racconto di Carlo e Ambra si offre al lettore non come umana  vicenda da raccontare, quanto come proiezione dell'eterno desiderio di cogliere la pienezza e il significato ultimo dell'essere nel mondo.
La lettura quindi fornisce spunti di riflessione utili in un mondo che corre e ha disimparato il silenzio e la pausa.


Sonia Malcisi 

1 commento: