lunedì 21 maggio 2012

Rosa Gallace: "Piccoli frammenti"




«Piccoli frammenti» è il titolo della raccolta di Rosa Gallace e va detto innanzitutto che è titolo particolarmente indovinato, perché l’accostamento dell’aggettivo e del sostantivo rende con la massima efficacia la “tendenza di fondo” di queste liriche: l’amorevole attenzione al particolare, al “sottile”, all’intimo, anche quando l’autrice si cimenta nel descrivere temi che abbracciano l’intera esistenza.
Probabilmente i temi affrontati da tutti gli artisti sono gli stessi, perché ogni artista desidera toccare l’essenziale comune a tutti. Ciò che cambia è la cadenza del percorso personale, il passo che si trasforma in sapere prima personale ma subito dopo collettivo.
Non è mai scontato che le risposte alle domande formulate arrivino, e inoltre le risposte che arrivano non sono mai definitive. Tutto è continuamente in movimento, ce lo insegna la storia stessa dell’umanità. Uno dei tanti e vari compiti dell’artista è registrare questo movimento, quando possibile. Non è facile, occorre una particolare sensibilità che deve poi concretizzarsi in una forma d’arte: energie convogliate nonostante l’inevitabile tentazione, presente in tutti noi, alla dispersione,  alla molteplicità.
Questo piccolo grande miracolo della concentrazione ha toccato l’anima di Rosa Gallace, salta subito agli occhi del lettore che attraversa con attenzione la raccolta. Anche la lettura, infatti, è un attraversamento, a maggior ragione per un libro come questo, fatto di paesaggi geografici ma anche emozionali.
Nella poesia «Brucia il sole», la poetessa scrive: «Cerco di trovare una risposta / a un altro giorno che s’alzerà». Credo che questi due versi spieghino al meglio il perenne tentativo dell’artista. Tentativo lucido, determinato,  in Rosa, consapevole della possibilità che le è stata offerta dalla Musa.
Da sottolineare, in particolare, sono i versi dedicati ai luoghi geografici: la Calabria, Legnano, Rocca Imperiale, ma anche le brevi ed efficaci pennellate dedicate all’hinterland milanese del sabato sera: il luogo diventa spazio, tempo, colori (o assenza di colori), in uno scambio continuo tra la fisicità della materia e le impalpabili sensazioni che chi scrive sa richiamare.
E poi, ancora, sono da sottolineare le poesie dedicate a particolari ore della giornata e a particolari periodi dell’anno: dalle giornate di maggio alle ore notturne, dalle richiamate, struggenti ore trascorse con la madre agli assolati pomeriggi d’estate, Rosa Gallace ci insegna anche il valore del ritorno, prezioso quanto e più dell’andare.
Il senso della ciclicità appartiene all’artista, e questa è l’ennesima riprova del valore di questa poesia. 
                    Francesco Sicilia

Per contattare l'autrice: rosygallace@live.it 

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