"Fuori strada" - Fotografia di Fabio Sercia |
Immota ruggine
Immota ruggine annaspa nell’indaco
gonfio di giugno, là, dalla finestra
la vedi, carcassa d’auto a svellere erbe
e fiori di campo che serica
nuvola pigra sorvola.
E intorno è garrire di grano
e note d’uccelli che scansa
il vento in sordina scrutando
orizzonti da trafiggere prima di sera.
È il gioco di sempre: rincorsa l’orma,
d’infinito il finito si colma.
Ma non per noi.
S’addossa ai vetri la vita,
ai vetri di questa finestra di casa
per vecchi, residence oggi si chiama,
troppo greve è qualche parola.
Dentro, carezza di giugno fluisce
da tavolo a tavolo, da camice a camice,
bianche teste imperlando
senza nuove stagioni.
Inchiodato è il tempo in questa
teca di vite vissute, taciute,
impigliate tra le spine
di tante passioni che pasqua
implorano strozzando paure
e gioie incolori.
Immota ruggine annaspa nell’indaco
gonfio di giugno, qui dentro,
al di qua di questa finestra
la vedi, tu che passeggi là fuori
di luce rapito, incredulo
che di vita si possa piano
morire.
Per contattare l’autrice: angelambrosini@libero.it
Angela Ambrosini ci fa un nuovo, prezioso dono fatto di suono e di sguardo che va
oltre le apparenze. Nemmeno nell’esplosione estiva di giugno manca l’implosione
della vita che declina, a ricordarci che l’esistenza va sempre compresa nel “tutto”,
nell’insieme indice di complessità di cui tener conto.
Lo stile di Angela Ambrosini possiede una spiccata cadenza musicale che si
sofferma sul particolare non necessariamente materiale; così è tutto un
susseguirsi di “insolite” sensazioni, per chi legge, che si ritrova immerso in
atmosfere rarefatte ma al tempo stesso concretissime. La parola poetica può
(tutto) questo.
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