lunedì 16 luglio 2012

Premio "Keramos": le parole di Angela Furcas




Ecco il testo che la poetessa e critico letterario Angela Furcas, madrina del Premio, ha dedicato al concorso di poesia «Keramos».

Tutto ciò che è vive, e tutto ciò che vive ha il suo linguaggio.
Non esiste qualcosa che non riesca a comunicare, perché senza comunicazione non esiste trasformazione e senza trasformazione non esiste evoluzione.
Non sembri puerile che i Poeti e gli Artisti si rivolgano alle grandi realtà fisiche dell’esistenza come la Luna, la Terra, il Sole, il Mare.
Ognuno di noi, preceduto e proceduto da esse, le porta dentro e il dialogo continua, a volte silenziosamente, a volte attraverso l’espressione artistica o la Scienza.
È la voglia insopprimibile di continuare a parlare con le realtà vitali da cui abbiamo avuto origine e non lascar morire il ricordo di quella primigenia genitorialità: è il rimpianto della Madre di tutte le Madri.
È anche il ricordo incancellabile delle prime parole degli atomi, che nessuna lingua conserva, ma sopravvive nelle fiabe, nei giochi, nei segni sulla pietra, divenuti ormai muti ambasciatori e relegati a leggenda.
Ecco che l’Arte restituisce alle cose la Parola ed i Poeti inneggiano alla Luna, alla Terra natia, al Mare, e gli Artisti generano forme nuove e battezzano col colore il ricordo sbiadito delle cose per rivivificarlo.
L’Arte è un rito e gli officianti sono coloro che riescono a ricollegarsi alle origini di se stessi e d tutte le cose riproducendo con bocche e mani tremanti, dinanzi al miracolo di un piccolo Fiat, una nuova esistenza.

Angela Furcas

Agropoli, 14 luglio 2012

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