La nostra storia
Agropoli
"... E che cos'è quell'alta rupe che ci appare lastricata fino in cima da campicelli come da un'elegante geometria?
E perchè l'erba, quasi azzurra su quella rupe, trascolorisce irrequieta, come da un sottopelle di tatuaggio a una scorticatura smaltata?
Ne vedrò più tardi l'altra anca, nuda e scabra: è la Punta d'Agropoli..."
Con queste parole, il grande Ungaretti, descriveva la città di Agropoli nel 1932. Un paese che ha suscitato nell’animo del poeta ma non solo, una profonda emozione per la bellezza del suo territorio.
La Storia
E perchè l'erba, quasi azzurra su quella rupe, trascolorisce irrequieta, come da un sottopelle di tatuaggio a una scorticatura smaltata?
Ne vedrò più tardi l'altra anca, nuda e scabra: è la Punta d'Agropoli..."
Con queste parole, il grande Ungaretti, descriveva la città di Agropoli nel 1932. Un paese che ha suscitato nell’animo del poeta ma non solo, una profonda emozione per la bellezza del suo territorio.
La Storia
Il territorio, su cui oggi sorge la città di Agropoli, ha visto la presenza dell’uomo fin dai tempi più remoti. A partire dal neolitico, infatti, è stato abitato da popolazioni dedite alla caccia e alla pesca.
Ma fu con i greci che Agropoli, cominciò ad avere un ruolo storico importante. Dove oggi riscontriamo la foce del fiume Testene, in passato era presenta una baia, che fu utilizzata proprio dai greci per i loro scambi commericili, sia prima che dopo la fondazione della vicina Poseidonia (Paestum per i romani). Sul vicino promontorio, che prese il nome di Petra, venne edificato un tempio dedicato ad Artemide, dea della caccia. Siamo alla metà del 600 a.C.
In epoca romana, tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C., in prossimità dell’attuale Lungomare San Marco, fu costruito un piccolo borgo marittimo denominato Ercula che potesse servire anche per la vicina Paestum il cui porto costruito già con i greci, andava insabbiandosi.
Con le incursioni dei Vandali intorno al V secolo, il piccolo borgo di Ercula, risultò difficilmente difendibile, pertanto i suoi abitanti si trasferirono sul vicino promontorio.
Tra il 535 e il 553 con la guerra greco-gotica, i Bizantini alla ricerca di un posto sicuro a sud di Salerno dove poter difendersi, fortificarono Agropoli ivi ponendovi una loro roccaforte. Il borgo prese così il nome di Acropolis ossia, città posta in alto. Sul finire del sesto secolo poi, l’invasione dei popoli longobardi costrinsero anche il vescovo di Paestum a rifugiarsi ad Agropoli. Fu quello un periodo particolarmente florido, la città divenne infatti sede di un vescovato, e raccolse numerosi superstiti bizantini provenienti dalla Lucania.
I bizantini, rimasero ad Agropoli fino all’882, quando furono costretti ad abbandonarla, per incursioni dei Saraceni, i quali realizzarono un “ribàt” ossia una potente base fortificata. Da lì, partivano tutti gli attacchi volti a saccheggiare e depredare i paesi vicini, e addirittura la stessa Salerno. Una situazione del genere era però intollerabile, ma fortunatamente durò poco. Nel 915 fu lanciata una violenta offensiva contro i Saraceni che furono scacciati dall’intero territorio. Agropoli ritornò così in mano ai Vescovi che intanto si erano stabiliti a Capaccio. I Vescovi dominarono la città per tutta l’epoca medioevale, insieme ai centri di Ogliastro ed Eredita, e ai piccoli villaggi di Lucolo, Mandrolle, Pastina, S. Marco di Agropoli e S. Pietro di Eredita. Questo vasto territorio componeva il Feudo di Agropoli.
Nel 1412 i Feudi Ecclesiastici di Agropoli e Castellabate furono ceduti da papa Gregorio XII al re Ladislao di Durazzano (1386 – 1414) come parziale pagamento di alcuni debiti accumulati nell’arco di alcune guerre. Prima però che il sovrano prendesse possesso di questi territori (cosa che avvenne solo nel 1443) il re Alfonso D’Aragona concesse, il 20 luglio del 1436 i feudi di Agropoli e Castellabate a Giovanni Sanseverino, già conte di Marsico e barone del Cilento. Come compenso il nobile salernitano doveva versare ai vescovi di Capaccio 12 once d’oro ogni anno.
Successivamente, Agropoli passò sotto il dominio di diverse casate: tra il 1505 e il 1507, il trasferimento a Rodrigo D’Avalos marchese di Vasto, poi ancora ai Sanseverino che regnarono fino al 1552 quando il principe Ferrante, ultimo rappresentante di questa famiglia fu accusato di tradimento e fu costretto a rinunciare a tutti i suoi possedimenti. Nel 1553, Agropoli passò ai D'Ayerbo d'Aragona, nel 1564 ai Grimaldi, nel 1597 agli Arcella Caracciolo, ai Mendoza nel 1607, ai Filomarino già principi di Roccadaspide nel 1626, ai Mastrillo nel 1650 che si alternarono con gli Zattara per un breve periodo, ed infine ai Sanfelici aventi già il titolo di duchi di Laureana che conservarono il potere sulla cittadina fino all’abolizione del sistema feudale.
Solo intorno all’800 Agropoli cominciò ad avere una vasta espansione, allargandosi oltre l’antico borgo.
Come raggiungere Agropoli
In auto: Autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria uscite: Battipaglia o Eboli e proseguire sulla S.S.18 per Paestum-Agropoli. |
In treno: Si può utilizzare la linea Napoli - Salerno - Reggio Calabria: stazione Agropoli/Castellabate. |
Autobus C.S.T.P. Salerno, piazza Matteo Luciani 33, tel. 089/487111. Linea Napoli-Pompei-Salerno per Battipaglia, Capaccio Scalo, Paestum, Agropoli, Santa Maria di C., Acciaroli, Pollica, Vallo della Lucania e ritorno.SITA: collegamenti locali, nazionali ed internazionali. Inoltre effettuano servizio per Agropoli: SCAT, Guliano, Lettieri; Curcio Viaggi per le varie città d'Italia: Bologna, Roma, Terni, Padova, Ferrara, Milano. |
In aereo: Lo scalo aereo più vicino, in attesa dell'inaugurazione dell'aeroporto di Pontecagnano, è lo scalo di Napoli - Capodichino. |
Metrò del mare: collegamenti con i porti di Napoli Beverello, Capri, Acciaroli, Palinuro, Sapri. |
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