martedì 2 agosto 2011

BAMBINA MIA… TI INSEGNO UNA FIABA


BAMBINA MIA… TI INSEGNO UNA FIABA
(Storie di fate per bambine senza età)

Autori Vari
Titolo: Bambina mia… ti insegno una fiaba
Editore: Gli Occhi di Argo
Anno di pubblicazione: 2011
Numero pagine: 16
Formato: 30x30
Disegni di: Milly Chiarelli
Codice ISBN: 978-88-97421-08-5
Prezzo di copertina: euro 10, 00
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: gliocchidiargo@gmail.com

La parola italiana «favola» deriva dal termine latino "fabula", che viene dal verbo "fari" cioè “dire, raccontare”. «Fabula» indicava in origine una narrazione di fatti inventati. La favola ha la stessa etimologia della fiaba. Sebbene favole e fiabe abbiano molti punti in comune, i due generi letterari sono diversi: la favola è un testo corto, in genere i protagonisti sono animali dal comportamento umanizzato o esseri inanimati, e l'intento metaforico e morale è molto esplicito; la fiaba invece  è contraddistinta da racconti medio-brevi incentrati su avvenimenti e personaggi  come fate, orchi, elfi, giganti, coinvolti in storie piacevoli e fantasiose con un implicito intento formativo. L'elemento distintivo portante è la presenza del fantastico. Le fiabe raccontano quasi sempre difficoltà e pericoli da superare.
In quelle occidentali è comune l’immagine di un’Europa antica: le foreste fittissime e intatte dei paesi del Nord, borghi lontani, grandi estensioni di terre abbandonate, racconti sulla vita dei contadini, quella dei boscaioli o dei signori dei castelli. Tramandate di bocca in bocca attraverso i secoli, destinate principalmente ai bambini, cui venivano raccontate accanto al focolare la sera prima che andassero a dormire, le fiabe hanno sempre conquistato l’immaginazione dei piccoli (ma anche degli adulti) molto più delle favole.
È condivisa l'opinione secondo la quale le fiabe siano usualmente ideate per intrattenere i bambini, ma non è del tutto corretto: esse erano narrate anche mentre si svolgevano lavori contadini fatti di gesti sapienti, lavori svolti da donne, ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori è femminile. Le fiabe erano un piacevole intrattenimento, e per l’appunto "davanti al fuoco" erano gradite a tutti.
In seguito questo tipo di racconto si diffuse in ambienti diversi, anche tra i nobili e nelle corti. Ci furono scrittori che iniziarono a rielaborare le fiabe e a riscriverle usando un linguaggio più elegante, aggiungendo nuovi episodi e, spesso, inventandone di nuove. Nacque la fiaba d'autore, che divenne un genere letterario. Così, se le fiabe popolari sono il prodotto della tradizione, le fiabe d'autore nascono dall'inventiva di uno scrittore che, pur ispirandosi spesso alle fiabe della tradizione orale, si esprime con un linguaggio diverso e con motivi nuovi.
Fra gli autori più famosi di fiabe, sono da ricordare Esopo  (VII, VI sec. a.C.) e Fedro (20 a.C.-50 d.C.);  in Italia Giambattista Basile, Guido Gozzano, Carlo Collodi, Gianni Rodari, Italo Calvino. In Francia Charles Perrault, che scrisse  nel XVII secolo “I racconti di Mamma Oca”, ispirandosi a motivi popolari, e in Danimarca Hans Christian Andersen, che rielaborò molte fiabe popolari e ne scrisse di nuove;  poi i fratelli Grimm, ricordati soprattutto per aver raccolto e rielaborato le fiabe della tradizione popolare tedesca nelle opere e saghe germaniche. Anche Leonardo da Vinci e scrittori di romanzi come Oscar Wilde si sono dedicati alla fiaba.
Oggi possiamo riconoscere l'eredità della fiaba nei racconti fantastici, nelle storie di fantascienza, fantasy e horror, dove si incontrano esseri incredibili ed accadono fatti straordinari come nelle fiabe.

                                                                 Maria Anello
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