Natale anni '60
tra stelle di carta
e fiocchi di cotone
pungeva d'azzurro
il nostro ginepro
stringeva fra i rami
profumo di neve
la forza del bosco
e i suoi segreti
nella grande cucina
che sapeva di muschio
un fiume di latta
scendeva dal monte
al lago incantato
del nostro presepe
l'uomo del gregge era felice
passava sul ponte
seguiva una stella
fuori nella notte
il fumo dei camini
si perdeva nelle strade
d'un paese in bianco e nero
silenzioso s'insinuava
come nostalgia
o fiamma tremolante
nell'attesa del prodigio
Natale anni 2000
lascio nell'auto il mio passato
e cerco gioia al led nei centri commerciali
tra ghiaccioli di cristallo
strisce argentate e rami bianchi di neve finta
un presente di luce
riempie il cuore di una bambina
vissuta in campagna negli anni sessanta
mangiando ghiaccio da vecchie gronde
o leccando le foglie gelate alla rosa
se ci ripenso la povertà mi graffia le ossa
e Gesù torna un bambino scalzo
che vestito di bianco calpesta la brina
portava zucchero e mandarini
Iper-natale 2011
giocano luci multicolori
si accendono e spengono
creano disegni
diventano bianche
e fingono neve che scende dal tetto
si scioglie in ruscelli
forma cascate
esagerando giù nel parcheggio
ogni lampione diventa un abete
pannelli solari fotovoltaico
risparmio energetico
come d'incanto più non esiste
dimenticato
va bene il tripudio nelle ore di punta
ma a notte fonda almeno spegniamo
mi angoscia lo spreco la fretta il consumo
torno ai negozi del centro città
e faccio due passi dentro alla sciarpa
appanno gli occhiali con il mio fiato
incontro un amico
e senza la rabbia di code alla cassa
ci scambiamo gli auguri
beviamo un caffè
Vanda Guaraglia
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