Lunedì, ore sette
Che poi
la mattina ti svegli
sdraiato nel tuo letto
sgualcito
… e realizzi
che il riposo di fine settimana
è terminato
che ne stai per affrontare una nuova
e il solo pensiero
di ricominciare le fatiche del lavoro
ti fa vomitare
ma poi
ti ricordi
del tuo caro amico
disoccupato
e allora
capisci
finalmente
che è meglio
non lamentarsi troppo
e piuttosto:
… alzarsi e uscire!!!
Lunedì mattina: riprende il faticoso
ritmo lavorativo, il momento più critico è quello del risveglio. Su questi
minuti si concentra l’attenzione di Claudio
Alciator con questi suoi versi diretti che scuotono come e più di una
sveglia.
La scena è statica, la poesia si
sofferma su pochi particolari che pongono in risalto la resistenza a
ricominciare, ripartire, assecondando ritmi che forzano la naturale tendenza al
riposo, o comunque ad attività piacevoli.
Qui entra in scena una sottile ironia,
offerta da Claudio Alciator con l’immagine
– ormai luogo comune – del “c’è chi sta peggio, molto peggio”, e quindi occorre
forzare se stessi. Luogo comune che da sempre ci convince ad alzarci, ogni “lunedì
mattina alle sette”.
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