Angela Buccino
Beach شاطئ
החוף
Pietre di mare, ferro, specchio, tela.
(da Linea contemporanea
VII Edizione, a cura di Antonella Nigro)
Tre parole e tre lingue diverse
per designare uno stesso oggetto di desiderio, di speranza, meta ambita del
viaggio ideale: la spiaggia.
Ma dopo questa estate come è
ancora possibile coltivare nell’immaginario collettivo l’idea di spiaggia con
secchielli e palette, granite, ombrelloni e pezzi di vetro satinato raccolti e
custoditi come pietre preziose? E soprattutto con i nostri figli e le loro
buffe ciambelle colorate?
Non è stato che un episodio tra
tanti, e forse avrei dovuto indignarmi molto tempo prima, pur sapendo che
indignarsi non è abbastanza, ma ora la
vergogna mi devasta.
Gaza, 16 luglio 2014: quattro
bambini uccisi sulla spiaggia mentre giocano a pallone.
Ho detto che indignarsi non è
abbastanza.
Ma qualunque azione può muovere
solo da un itinerario interiore, non tanto e non solo verso Dio, quanto verso
il centro di se stessi, di quell’Umanità che è il principio e la fine di tutto.
La pietra è un simbolo forte.
Il cumulo di pietre è legato ad
un viaggio speciale: il pellegrinaggio.
Le pietre vengono portate dai
fedeli alla Croce in un percorso che è sempre in salita, impervio e faticoso.
Penitenza e preghiera insieme.
Ogni pietra un voto, un peso di
cui liberarsi, come in una confessione muta.
Qui però nessuna Croce, nessuna
speranza, nessun alibi.
Solo se stessi.
Agropoli, Castello Angioino-Aragonese
11 agosto / 7 settembre 2014
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