Dall’azzurro d’autunno, fra i carrubi
spogli traspare, a lampi, appena scorti,
l’immensità dei mistici connubi
fra i vivi in terra e i vivi che sono morti.
Nozze d’oro, nei mondi, estuano in nubi
di musiche, or più fievoli or più forti,
ove affluenti arcangeli e cherubi
creano avvenire d’uomini risorti.
Il risveglio di spiriti autunnali,
che s’affollano al limite terreno,
ne disfoglia i bei manti vegetali;
ma quel morir di foglie è vita intera,
che balena immortale su dal seno
dei monti, in quanto eterna primavera.
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