domenica 18 dicembre 2016

Laura Vargiu recensisce Cristina Sparagana


Ecco la recensione che la scrittrice e poetessa Laura Vargiu (qui, qui e qui trovate le schede delle sue opere pubblicate con “L’ArgoLibro” e “Gli Occhi di Argo”) da dedicato alla silloge “L’oscura controdanza” di Cristina Sparagana, Edizioni “L’ArgoLibro” (qui trovate la scheda dedicata).

“L’oscura controdanza” di Cristina Sparagana:
un caleidoscopio d’anima e poesia

È una lettura fuori dall’ordinario, quella che regala la silloge di Cristina Sparagana.
Tra le sue pagine palpita una poesia non sempre di facile comprensione, seducentemente criptica, meravigliosamente ricca d’immagini, colori, emozioni; una scrittura esigente che chiede di soffermarsi sulle parole, ma che a una rilettura più attenta dischiude infine generosa la sua essenza. Ed ecco, quindi, affiorare affetti e legami familiari, ricordi, quotidianità che intrecciano gioie, ansietà, pacate inquietudini dell’anima, silenzi cupi e solenni che, pur nascosti, non tacciono, mentre la lontananza, non sempre vissuta in termini soltanto geografici, si consuma a poco a poco in attese impazienti ma rassegnate che si dissolvono al calore di un ritorno.

“Il tuo cupo silenzio, dolce tarlo che si/ rintana, sera dopo sera, nell’arco roseo del tuo sopracciglio./ Ti parlo, e sul tuo labbro esita un giglio/ che subito appassisce nella grande/ terracotta di un piccolo tramonto.” (da “Silenzio”)

Colpiscono gli splendidi azzardati accostamenti verbali, che danno vita a giochi trasognati di tenebra e luce, un intenso poetare che affastella sapientemente le parole. E stupisce l’assonanza che si annida ritmica e inaspettata tra i versi che, all’improvviso, sanno farsi volo di rondini, fulvo manto di volpi o solitario cuore di tartaruga.

“A volte sogno i tuoi capelli sparsi/ brulli come di noce, e vorrei entrare/ nel vento della tua scriminatura, […]” (da “Chicchi”)
“Verrà presto la notte e la sua insonnia,/ un prato bianco, balzo di cipressi/ che ha chiuso fra i guanciali i suoi colori.” (da “L’ora del lupo”)
“La grave tartaruga siciliana/ il suo guscio presbiotico, ampio, ovale,/ le liquide escrescenze delle zampe,/ è laggiù che ti aspetta, l’oltremare/ sull’enorme inudibile parola. […]” (da “Un viaggio”)

Un lavoro davvero di alto livello che aggiunge ulteriore lustro alla carriera della già affermata autrice e che altro ne conferisce alla stessa casa editrice che lo ha pubblicato, a riprova del fatto che anche i piccoli editori, seppur operando ai margini di un mercato dove l’attenzione da parte del grande pubblico viene spesso abbagliata da mere logiche commerciali, propongono opere di qualità e, come in questo caso, notevole spessore che meriterebbero una diffusione maggiore.

Laura Vargiu

                   

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