venerdì 4 gennaio 2013

Rosa Gallace - I giorni che restano



Autrice: Rosa Gallace
Titolo: I giorni che restano
Editore: Gli Occhi di Argo
Anno di pubblicazione: 2012
Numero pagine: 62
Copertina: a colori, cartoncino rigido brossurato
Formato: 14,5x21
Introduzione di: Francesco Sicilia
Progetto grafico: MITO  graficamito@gmail.com
Codice ISBN 978-88-97421-33-7
Prezzo di copertina euro 10,00
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: gliocchidiargo@gmail.com
e.mail autrice: rosygallace@live.it


La prima volta che ho avuto questo libro tra le mani mi sono chiesto cosa avrei potuto mai scrivere su una poetica del ricordo, dai valori forti e personali, come lo stile e la sostanza artistica di Rosa Gallace suggeriscono.

Nel mondo delicato e intenso dell'autrice si susseguono stagioni perse inesorabilmente, gocce d'infinito, uomini, donne e quel mare d'autunno, vivo e potente che grida parole che restano mute, ma che Rosa sa cogliere e fare proprie, perché in fondo ogni scrittore vive l'emozione di dar voce a tutto ciò che tace, incatenato in un silenzio che solo un poeta sa sciogliere e donare al mondo, in un susseguirsi di versi che a poco a poco accompagnano il lettore in un'intimità artistica unica e inimitabile.

Tra queste pagine siamo solo io e te, Rosa... dove mi stai portando? Con chi guardavi quella luna dal parco degli aironi e quel profumo del fieno, quelle mani... Rosa, chi sei? È questa la domanda senza la quale ogni arte non ha ragione di esistere, la conditio sine qua non l'Arte non parla ed un'arte muta non ha mai nulla da dire a nessuno.

Chi sei tu che scrivi? Chi sei tu che leggi? E chi sei tu che pensi di sapere chi sei? Rosa Gallace non si dà certezze, ma rimane ad osservare e a vivere, certa che da qualche parte già qualcuno ha risposto per lei. La nostra autrice vede attorno a sé un mondo che cambia, una società che corre frenetica e quell'estate, che riscalda i cuori per non lasciarli soli all'inverno, non è altro che uno spaccato della sua esistenza presente che sembra sospesa fra un passato certo e tagliente ed un futuro troppo mutevole per nascondere i dubbi di oggi.

Le pagine scorrono, sono quasi finite e io ancora non capisco, non capisco dove mi stanno portando tutti questi frammenti di storia, che delineano un percorso che sento di dover trovare da solo, forse alla fine riuscirò ad entrare nei pensieri di chi ci ha donato le sue emozioni, per aprirsi a noi senza indiscrezioni e senza palesarsi troppo, perché rimanga sempre accesa la voglia di ascoltare ancora le parole di chi non ha concluso, non ha finito il discorso e forse non lo finirà mai.



Salvatore Buonocore

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