sabato 29 giugno 2013

"MURALES" di Milena Esposito al Palazzo Civico delle Arti

(Via C. Pisacane, zona Porto)
Agropoli (SA)

Domenica 30 giugno 2013 ore 21,00
MURALES
Monologhi sulla violenza di genere



Testo e regia di:
 Milena Esposito

Con:
Caterina Salerno
Giovanna Chirico
Giusi Mitrano

In collaborazione con il
Comune di Agropoli

Per info:
3292037317


venerdì 28 giugno 2013

I RACCONTI DI VENER dì - Giuseppina Zupi



Il tempo di risuscitare


Autrice: Giuseppina Zupi

La pianta che le avevano regalato era un tripudio di colori: i fiori di un rosso smagliante, le foglie verde smeraldo, tese, dai contorni netti. Un trionfo della natura.
Come la sua vita, completamente appagante, colma di colore.
L’aveva collocata in salone e la contemplava con gioia e soddisfazione.  Annaffiava, somministrava il concime quando occorreva e la curava costantemente.
Con il trascorrere del tempo, poiché la pianta era sempre di un vivido splendore, iniziò a trascurarla: ad innaffiarla meno, a guardarla meno, a goderne di rado. Venne un tempo che la dimenticò. Si accorse che la terra era divenuta arida e secca e i colori tendevano sbiadire.
Come era potuto accadere?
La portò fuori il balcone, auspicando che l’aria tiepida della primavera imminente avrebbe giovato. Ricominciò ad annaffiarla e a curarla quotidianamente. Troppo tardi. Malgrado tutte le attenzioni la pianta percorreva, inarrestabile, una fase discendente. Non scaturiva alcun beneficio dall’acqua, dalle cure, dalle attenzioni. Caddero prima le foglie, poi i petali dei fiori. Rimasero due rametti spogli e secchi che rappresentavano l’epilogo di una bellezza antica e smarrita. Si svuotarono di linfa anche i due rametti che divennero due canne bianche, come ossa di morti lontani.
Come la sua vita che rispecchiava il percorso della pianta, seguendone il decorso.
Procedeva tutto per il meglio, non si presentavano particolari difficoltà. Era bastato ritenere questo stato di grazia scontato e perenne, per dimenticare di alimentarlo ed era iniziato il diagramma del declino.
Dolore, distacchi, tradimenti, problemi irrisolti, avevano prosciugato la sua linfa vitale.
Percepiva le gambe simili alla pianta essiccata, camminavano ma prive di volontà e consapevolezza.
“Sono un morto che cammina”, sosteneva il Giudice Borsellino, pensiero premonitore di una fine imminente.
La sua non era una fine fisica, materiale, corporea ma la desertificazione del cuore, la morte dell’anima, situazione in cui, la volontà o anche una goccia di amore non scalfiscono l’aridità ormai stratificata.
Per pigrizia non svuotò mai il vaso, proponendosi prima o poi di farlo. Tuttavia quando, con la pompa dell’acqua, annaffiava i vasi del balcone, automaticamente versava l’acqua anche in quello della pianta morta.
Quel che rimaneva della pianta, per trascuratezza, rimase in quello stato desolante per tre lunghi anni.
Una mattina, alzando la serranda della stanza, vide penetrare un raggio di sole sottile come una lama. Si affacciò sul balcone.
Nel vaso della morte, abbarbicato alle canne bianche, vide un sottile rametto, appena germogliato, con un grappolo di tenere foglioline verde chiaro.
La povera pianta era risuscitata dopo tre anni, quando ormai era impossibile crederci.
La resurrezione dalla morte avvenne dopo tre giorni, quando forse nessuno o pochi credevano fosse possibile.
Forse sarebbe risorta dalla morte della sua vita, anche se ora non poteva crederci.  

Giuseppina Zupi ritorna con un racconto pregno di significati che vanno oltre il visibile, l’immediato. La pianta colorata e piena di vita, prima, morente, poi, indica i cambiamenti che sempre possono avvenire – e avvengono – nella vita di tutti noi.
Siamo esseri complessi e, come tali, anche contraddittori; in noi albergano contemporaneamente la vita e la morte nelle loro infinite sfumature.
La scrittrice Giuseppina Zupi è molto abile nel parlarci di argomenti così sottili e delicati con un esempio che appartiene alla quotidianità di tutti noi. Una semplice pianta d’appartamento diventa simbolo di un’evoluzione insperata, nel ciclo vita-morte-rinascita nel quale possiamo riconoscere un senso che altrimenti mancherebbe. La “desertificazione del cuore” è altra immagine indovinatissima, nel contesto del racconto, e viene a dirci che il miracolo è possibile – e, soprattutto, è tale – proprio quando le condizioni sembrano più avverse, più votate alla sua non-possibilità.

Per contattare l’autrice: giuseppina.zupi@mit.gov.it

Della stessa autrice: La metafora della vita

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Per le tue poesie c’è Lunedì Poesia


mercoledì 26 giugno 2013

martedì 25 giugno 2013

“Sani Equi Libri” di giugno: le foto

Ecco le foto dell’incontro di “Sani Equi Libri” di domenica 23 giugno presso il Centro d’Arte “Keramos” di Antonio e Andrea Guida, ad Agropoli. L’argomento scelto è stato il Sud e il testo di riferimento un classico della letteratura del Novecento, “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi.
Un particolare ringraziamento va alla dottoressa Anna Giordano e al dottor Giuseppe Salzano, alla dottoressa Antonella Nigro (che ha curato una proiezione dedicata alle opere pittoriche di Carlo Levi e ad altri artisti a lui contemporanei), al dottor Tullio Gaeta e alla dottoressa Rosaria (che hanno presentato il filmato “Omaggio a Carlo Levi - Cristo si è fermato a Eboli”, con musiche originali del “Novarota Popular Group Music”).

Gli appuntamenti con “Sani Equi Libri” e "Libriamoci" riprenderanno a settembre, sempre presso il Centro d’Arte “Keramos”.





















lunedì 24 giugno 2013

Lunedì Poesia - Monica Fiorentino



da "La cicogna dalle calze rosse"


Cicogne,
lingue_nella bocca
a cadere




Per contattare l’autrice: angelo.dicarta@libero.it

Le immagini di Monica Fiorentino continuano a sorprenderci, a raggiungerci con uno scatto, un singolo ed energico tocco che si fa immediatamente strada nella mente e nel cuore del lettore. Immagini, le sue, insolite, eppure subito capaci di “far apparire” davanti ai nostri occhi ciò che chi scrive vuole comunicarci.
Sei parole e due segni di interpunzione bastano a Monica Fiorentino per rilanciare le immagini con tutta la potenza espressiva della parola poetica. L’attenzione si sposta dalla “cicogna” alla “bocca” alla “lingua”, con l’unico movimento del “cadere” ad unire le figure. C’è un’incredibile ricchezza che ha però bisogno – per uscire – proprio del linguaggio poetico, nessun altro potrebbe evidenziarla. Strumento da sempre duttile e portentoso, nelle mani delle poetesse e dei poeti.

Della stessa autrice: White rose 

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domenica 23 giugno 2013

Premio "Keramos" 3a Edizione: le foto

Tantissimi i presenti, ieri pomeriggio, al Castello ad Agropoli, per la premiazione della terza edizione del Concorso Nazionale per Poesie Edite “Keramos”, iniziativa realizzata in stretta collaborazione con il Comune di Agropoli e con il Centro d’Arte “Keramos” di Antonio e Andrea Guida.
Un particolare ringraziamento va all’Assessore alle Politiche per l’Identità Culturale, Francesco Crispino, a Carmine Rossi Vairo, a Vito Rizzo, a Nicola Rizzo, a Michele Di Lieto, a Tommaso Apone.
Dopo la cerimonia, in Via Carmine Rossi il giovane maestro Antonio Guida, che ha realizzato il pannello in ceramica riportante le dodici poesie vincitrici, lo ha installato, alla presenza degli intervenuti.
Qui trovate l’elenco dei poeti vincitori, qui i nomi dei giurati.
Qui alcuni versi tratti dalle poesie vincitrici.
Ecco le foto della manifestazione. L’appuntamento è alla quarta edizione 2014!